Tra i figli di Wikimedia Foundation fa capolino Wikivoyage, lanciato nei giorni scorsi dai fondatori di Wikipedia e Wikimedia Commons, che si aggiunge agli altri undici progetti ufficiali dell’ente non profit di San Francisco.
Il progetto ha una storia abbastanza tormentata, dato che prende le mosse da un preesistente progetto chiamato Wikitravel, mai stato ufficialmente sotto l’egida della foundation bensì nato in Germania per iniziativa di alcuni attivisti indipendenti. I fondatori di Wikitravel decisero nel 2006 di cedere la proprietà ad un’azienda privata, che iniziò a gestire il progetto con una filosofia non sempre gradita alla community; da lì alcuni amministratori ed utenti iniziarono a pensare al fork, la biforcazione del progetto verso una strada diversa e alternativa.
Nacquero così Wikivoyage e anche un’associazione ad hoc per sostenerlo (Wikivoyage Association). Nel 2012 si è consolidata l’idea che il progetto venisse formalmente adottato da Wikimedia. Ed ecco l’annuncio ufficiale giunto lo scorso 15 gennaio con la dichiarazione di Stefan Fussan, chairman of the board di Wikivoyage Association, che può essere visto unicamente con favore da tutti i sostenitori del mondo open:
Lo scopo di Wikivoyage Association è promuovere l’insegnamento e la conoscenza di tutti i paesi e le regioni del mondo, così come la reciproca comprensione tra le diverse nazioni. Siamo davvero emozionati per il lancio di Wikivoyage come progetto di Wikimedia e per il ruolo che in futuro avrà l’associazione (nel senso di Wikivoyage Association) nel supporto della community e delle sue attività.
Il progetto è attualmente disponibile in nove lingue (inglese, tedesco, italiano, svedese, russo, olandese, francese, spagnolo, portoghese) e comprende già, altra ottima notizia, circa 50 mila articoli, gestiti da una base di circa 200 contributori. Numeri destinati certo ad aumentare velocemente, dato che il supporto di Wikimedia Foundation e la connessione con gli altri potentissimi progetti wiki daranno al nuovo arrivato tanta positiva visibilità.
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