Per una volta lasciatemi parlare di me. Non certo per autocelebrazione ma più che altro perché quanto mi è successo non capita tutti i giorni e soprattutto rappresenta un utile caso di studio sugli effetti positivi delle licenze open content.
Ho pubblicato alcuni libri divulgativi sulla cultura open e più nello specifico sui relativi aspetti giuridici. Tra questi vi è appunto un manuale operativo sull’uso delle licenze Creative Commons, che è uscito nella sua prima versione in italiano nel 2008 ed è stato poi tradotto in inglese e in spagnolo, direttamente da me con il supporto di alcuni volenterosi “consulenti” madrelingua.
Pochi giorni fa, dal nulla e senza che vi fosse stato prima alcun sentore, mi è stata notificata via Twitter la traduzione in arabo da parte di LibreBooks.org, progetto che fino a quel momento ignoravo e invece si è rivelato una piacevole sorpresa.
@simonealiprandi It's our pleasure to inform you, we translated "Creative Commons: a user guide" into Arabic :-)
http://t.co/FddgZIDGcZ
— LibreBooks.Org (@LibreBooksOrg) November 20, 2014
Pensare che una mia opera di colpo sia diventata potenzialmente accessibile ad almeno altri 250 milioni di persone nel mondo mi riempie di orgoglio. E vedere il proprio nome come unico termine in caratteri latini in un intero impaginato in caratteri arabi con testo da destra verso sinistra fa un certo effetto.
Scorrendo grazie a un traduttore automatico la pagina di presentazione di questa nuova edizione (che si distingue tra l’altro per la grafica moderna e accattivante), leggo:
Per molto tempo è emersa una certa curiosità sul progetto Creative Commons nel mondo arabo; nonostante vari tentativi, però, non si trovava un’unica fonte di riferimento per le informazioni. Dopo varie verifiche è stato selezionato il libro “Creative Commons: manuale operativo” dell’autore Simone Aliprandi, rilasciato prima in versione italiana e poi in versione inglese. Ecco che finalmente anche la sua versione in arabo può vedere la luce.
Ma ciò che più mi emoziona è proprio il valore simbolico di questa traduzione spontanea: tutto ciò è stato possibile grazie al fatto che fin dall’inizio il libro è stato rilasciato con una licenza CC che ne consente le opere derivate e anche lo sfruttamento commerciale (per la precisione una Attribution-ShareAlike, come quella di questo articolo).
Immaginatevi come sarebbe stato macchinoso il tutto se si fosse trattato di un libro privo di licenza: qualche casa editrice di un paese arabo avrebbe dovuto prendere l’iniziativa di contattare la mia casa editrice e avviare una trattativa sui diritti di traduzione. Un’ipotesi sicuramente irreale, visto il tema di nicchia e non certo rivolto al pubblico mainstream.
Di questo passo, però, la nicchia si sta facendo davvero grande; un altro passo importante potrebbe essere un adattamento in cinese mandarino. Chissà che davvero non accada anche questa sorpresa nei prossimi mesi, e ancora una volta senza che io ne sappia nulla.
Il testo di questo articolo è sotto licenza Creative Commons Attribution – Share Alike 4.0.