Avevamo già notato nel gennaio di quest’anno come indicare un anniversario preciso sia faccenda complicata e però in un modo o nell’altro abbiamo la possibilità di costruire e sfruttare il World Wide Web da una ventina d’anni.
L’interesse per il lato storico della faccenda sta montando, anche forse perché – nonostante il galoppo delle tecnologie – il fascino di quei primi esperimenti di ipertesto universale rimane incancellabile per chiunque vi sia venuto in contatto.
Molte nuove leve tuttavia non lo hanno mai saputo e anche per loro un gruppo di intraprendenti programmatori ha creato sotto l’egida del CERN un emulatore del primo browser della storia, funzionante a riga di comando e completo delle primissime pagine WWW:
Il WorldWideWeb (W3) è una iniziativa per il reperimento di informazioni ipermediali che mira a conferire accesso universale a un grande universo di documenti.
Nella pagina delle risorse, un bookmarklet consente di sottoporre qualunque sito esistente alla prova solo-testo e si trova il codice da inserire nel proprio sito, per mostrarlo nello splendore degli antichi schermi a matrice di caratteri. Tutto il codice è open source, liberamente fruibile.
Nulla di nuovo, certo, per chi abbia un’infarinatura tecnica e conosca l’esistenza del browser text-only lynx. O si sia trovato nella necessità di connettersi in una situazione di banda molto scarsa. Sul mio Mac si è sempre usato Lynxlet al momento di affrontare certe connessioni cellulari che avrebbero scandalizzato per pochezza perfino Sir Tim Berners-Lee.
Navigare dentro le parole di un testo, escludendo la grafica, è un ottimo banco di prova di usabilità elementare, che certi grandi siti passano in modo insospettabile e altri invece falliscono alla grande.
Qualche ecologista estremo potrebbe perfino definirlo browsing sostenibile. Preferisco pensarlo come ruota di scorta utile e talvolta stimolante, per apprezzare il valore della grafica e dell’interattività che il nuovo Web mette a disposizione. Tanto che lo stesso emulatore del primo WWW riesce a ricreare persino il ticchettio di una vecchia tastiera RS6000 di IBM, ma grazie all’avanguardistico HTML5.