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Le risposte di Yahoo!

16 Giugno 2006

Le risposte di Yahoo!

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Quel che si dice in Rete. Yahoo! presenta il suo nuovo servizio. Flock, il browser sociale, è in beta. Lupi e agnelli in una diatriba sempre viva. Wikipedia incontra i semacode

Yahoo! ha le risposte. Yahoo! Italia organizza un evento ad inviti per presentare la sua visione del web 2.0. Tra gli invitati ci sono parecchi blogger, e per dimostrare l’attenzione ai nuovi modi di vedere la Rete, viene anche aperto un blog ufficiale, aggiornato in tempo reale. Massimo Mantellini lo trova però un po’ troppo istituzionale, troppo ingessato. Alcuni commenti sulla manifestazione vengono da Ludo ed Elisabetta. Il prodotto svelato si chiama Answers, ed è un sistema attraverso il quale gli utenti possono porre domande e rispondere. Elisabetta ha un senso di dejà-vu: altri servizi simili erano già stati introdotti, ma con scarso successo. Ludo vede nell’idea poco più di un forum. Il servizio è già in funzione, e sembra anche divertente, a giudicare dalla bizzarria delle domande poste dai primi utenti. Squonk e Giovy ne fanno una piccola selezione.

Arriva Flock. Giunge alla prima versione beta il “browser sociale” Flock. Sviluppato sul motore di Firefox, il prodotto è in grado di interfacciarsi con numerosi servizi sociali, come Flickr, Del.icio.us e numerose piattaforme di blogging. In occasione della prima beta il sito di Flock cambia faccia, come osserva Foppy. Medianima invece ha provato il browser, e racconta il funzionamento dei vari tool di condivisione. La prima impressione sembra buona, ma non tutti la pensano così. Da Freethoughts infatti arrivano pesanti critiche circa la gestione dei bookmarks e la stabilità generale di Flock.

Lupi ed agnelli. Gianni Riotta scrive un articolo sul Corriere, intervenendo sulla querelle che da tempo anima i blogger e i giornalisti. Nell’articolo Riotta puntualizza come si tratti soprattutto di una questione di contenuti, e di come i blog non rappresentino alcuna minaccia per i vecchi media, dato che sono in gran parte letti solo da chi li scrive, e che non fanno altro che riportare le notizie lette sui giornali. Mafe confuta quest’ultima affermazione con una serie di osservazioni, mentre Luca Conti, su Pandemia, si chiede come mai in Italia si sia ancora fermi alla guerra tra giornalisti e blogger, altrove superata da tempo.

Semacode e Wikipedia. I semacode sono un’evoluzione del concetto di codice a barre. Si tratta in pratica di particolari figure in bianco e nero che, se fotografate con un cellulare, possono essere “tradotte” in un url. LevySoft parla della tecnologia, e scopre che esiste un progetto per cereare dei semacode che rimandino a pagine di Wikipedia. In questo modo sarebbe semplice creare dei collegamenti con i monumenti di una città, permettendo in modo facile l’accesso ad approfondimenti online.

La mela cinese. Un reportage del Daily Mail mette a nudo le inique condizioni di vita degli operai che assemblano i prodotti di Apple. Michelangeblog riporta tutti i dettagli, e commenta amaramente la notizia. Non si fa attendere la replica di Cupertino, riportata da Melablog: verranno compiute le dovute indagini. Apple dichiara di non tollerare violazioni dei diritti dei lavoratori da parte dei suoi fornitori.

Quando il fumetto diventa arte. Le storie di un gatto, un topo e un cane, narrate con struggente poesia da un pittore mancato. LePendu recensisce un libro che raccoglie le strisce domenicali di metà anni ’20 di Krazy Kat e Ignatz, capolavoro di George Herrimann.

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