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Prove tecniche di Ngn, forse ora si parte

16 Febbraio 2011

Prove tecniche di Ngn, forse ora si parte

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Con l'autorizzazione di Telecom Italia da parte di Agcom, comincia di fatto l'era delle offerte a 100 Megabit. Ma ci vorranno anni per coprire anche solo le città principali

Mettiamoci comodi ad aspettare, perché non ci vorrà molto per scoprire le carte di governo, authority e operatori. Sapremo in primavera, molto probabilmente, se si farà l’Italia dell’Ngn, e come. Il Paese infatti ha appena imboccato una direzione che si chiarirà nelle prossime settimane. È quanto si evince da una pioggia di notizie e annunci riguardanti la Next generation network, che hanno investito il mercato banda larga negli ultimi giorni. Agcom ha autorizzato l’offerta Ngn (fibra ottica nelle case, fino a 100 Megabit) di Telecom Italia, che negli stessi giorni ha stretto un accordo di massima con la Provincia di Trento per accelerare la copertura delle case di quella zona.

Il ministro Paolo Romani, allo Sviluppo Economico, ha fatto nel contempo due annunci, riguardanti la società veicolo, pubblico-privata, che dovrebbe diffondere l’Ngn anche nelle zone a cui gli operatori non sono interessati. Ha detto che la società partirà «entro marzo» (cioè ne saranno definiti il business plan, la governance e gli aspetti finanziari) e che il maggiore azionista sarà la Cassa depositi e prestiti (azienda pubblica). Da un anno, il settore corteggiava la Cassa perché s’imbarcasse in quest’avventura e quindi quello di Romani era un annuncio molto atteso. Certo, ancora non si può cantar vittoria, su nessuno di questi tre fronti. L’offerta Telecom deve ancora partire, l’accordo con la Provincia deve confermarsi e, soprattutto, la società a cui lavora Romani deve dimostrarsi qualcosa di più concreto di un proclama politico in tempi pre-elettorali.

Compromesso

È già un bene però che il settore si sia mosso, visto che per mesi sembrava di essere sprofondati nella nebbia. Già, mentre il resto d’Europa continuava a sviluppare le reti a banda larghissima, da noi la partita era in stallo, a causa delle posizioni divergenti degli operatori. Ed erano in stallo, per lo stesso motivo, sia la rete Ngn di Telecom Italia (su cui nasceranno offerte 100 Megabit di vari operatori) sia i lavori su una società comune. In particolare, si contrapponevano gli interessi di Telecom Italia a quelli degli altri operatori e i soggetti pubblici-istituzionali non riuscivano a raggiungere la giusta mediazione. Adesso la situazione sembra almeno in parte sbloccata.

L’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) ha dato un’autorizzazione con il sapore del compromesso, a Telecom. Doveva cercare di evitare che gli altri operatori ricorressero al Tar del Lazio e potessero bloccare così di nuovo la partita. L’autorizzazione lancia infatti una fase sperimentale, finché Telecom non creerà una corrispondente offerta all’ingrosso evoluta (bitstream), utile agli altri operatori per concorrere appieno nel mercato 100 Megabit. Durante la sperimentazione, sono molto limitati sia il numero di utenti attivabili (40.000) sia la copertura dei servizi (solo nelle città dov’è presente anche Fastweb). Agcom richiede l’arrivo del bitstream entro un anno. L’offerta al dettaglio invece potrebbe arrivare in primavera. Agcom ha imposto infatti a Telecom di migliorare l’offerta all’ingrosso già disponibile (di pura rivendita e non certo evoluta come il bitstream). L’ex monopolista può farlo in pochi giorni e poi «deve aspettarne dai 30 ai 60 prima di lanciare l’offerta al dettaglio corrispondente», spiegano da Agcom. «Questo range di tempo dipende dalla velocità con cui i canali di Telecom riusciranno a fornire l’offerta all’ingrosso ai concorrenti».

Tra i più cari in Europa

Il prezzo delle prime connessioni banda larga (di Telecom e degli altri) sulla nuova rete Ngn sarà intorno ai 60 euro, com’è possibile stimare in base all’offerta all’ingrosso già disponibile. Si noti che Fastweb ora chiede invece un sovrapprezzo di 10 euro al mese per i 100 megabit (scontato rispetto ai 15 euro di poche settimane fa), sui normali canoni delle sue offerte. Si parte quindi da 45 euro al mese. I nostri 100 megabit si pongono ora tra i più cari in Europa, ma sono pochi i Paesi che li offrono al momento (in Francia e in Svezia si parte da meno di 30 euro). La rete di Telecom sarà il pilastro fondamentale dell’Ngn italiana, si noti bene. Sarà la sola grande rete 100 Megabit infatti a coprire le città più importanti (nove nel 2011), pari al 50% della popolazione entro il 2018. È improbabile tuttavia che le città raggiunte siano coperte totalmente da fibra ottica nelle case.

La futura società pubblico-privata, a cui lavorano il governo e i principali operatori, ha obiettivi complementari a quelli di Telecom. L’obiettivo complessivo è dare all’Italia una Ngn che copra almeno il 50% di popolazione entro il 2020, come richiesto dall’Unione europa. Alcune zone viaggeranno più veloci con la copertura. È il caso della Provincia di Trento, che entro marzo (ritorna questa data) dovrà finalizzare l’accordo di massima appena siglato con Telecom. La Provincia vuole coprire il 100% delle case entro dieci anni. Ambizioso è anche il progetto della Regione Lombardia, che però ancora non è riuscita a mettere in tasca un’alleanza, da tempo cercata, con gli operatori per fare investimenti condivisi. La Regione intende lanciare entro il 2011 la società per realizzare questa rete. Ultima partita, Tiscali progetta di coprire Cagliari in fibra (e poi forse altre parti della Sardegna), in partnership con Zte. Al momento non bolle altro in pentola. Fastweb non intende ampliare la propria rete da sola. Il progetto Fibra per l’Italia (di Fastweb, Vodafone, Wind e Tiscali) è confluito in quello della società pubblico-privata voluto da Romani, a cui si è unito anche un progetto degli operatori minori.

Agenda digitale

Sembra proprio che, per le resistenze di Telecom, non ci sarà mai, su scala nazionale, una Ngn frutto di una società comune. Eventuali alleanze riguarderanno solo regioni limitate o faranno da tappa buchi per le zone non profittevoli. Possiamo accontentarci? Sì, purché si concretizzino davvero le promesse fatte a raffica nei giorni scorsi. Qualche dissidio tra i soggetti è ancora possibile e andrà superato con ulteriori mediazioni da parte dell’Authority e della politica. Gli ultimi scogli saranno affrontati quest’anno, sui vari tavoli dove si gioca questa difficilissima partita. Che comunque è solo metà del lavoro necessario per accompagnare l’Italia verso il futuro, dove stanno andando i principali Paesi mondiali: verso una società compenetrata davvero dal digitale.

Per questo fine, non basta occuparsi di infrastrutture Ngn ma serve anche un progetto di alfabetizzazione informatica della società e di migrazione al digitale di vari settori. Come richiesto da un’Agenda Digitale che si rispetti. Anche su questo fronte, c’è attesa: spetta al governo ora fare la propria mossa, come richiesto a gran voce da tanti. E si cominciano a vedere i primi effetti.

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