Come si diceva ieri, per quanto in maniera più contenuta che nel 2016, si è assistito a una tendenza a parti invertite rispetto al passato, con Apple tesa al consolidamento delle proprie posizioni e invece Microsoft a porsi come l’azienda che investe in ricerca e sviluppo, tesa verso il futuro.
Secondo round: Apple
Gli sviluppatori radunati al McEnery Convention Center di San José hanno ricevuto una valanga di annunci da parte di Apple, a livello di sistemi operativi e di hardware. Tutti i sistemi di Cupertino (perché sono tanti) arrivano con nuove versioni.
Il software
Abbiamo un nuovo tvOS che implementa nuove app, una migliore fruibilità, sincronizzazione audio istantanea con gli AirPods e con l’annuncio a latere dell’arrivo di Amazon Prime.
Un nuovo watchOS. Bisogna dare plauso ad Apple per essere praticamente l’unica a stare a galla nel mercato wearable dopo la tiepida accoglienza ricevuta in generale da questi dispositivi. Apple ha sia la caparbietà sia le risorse per non perdersi d’animo e per continuare ad investire su Apple Watch. Il nuovo sistema operativo contiene alcune feature molto interessanti che gli permettono di selezionare e mostrarci le informazioni di volta in volta più significative in ogni momento della giornata.
Abbiamo un nuovo macOS. Si chiama High Sierra, finalmente con un filesystem moderno che manda in pensione il vetusto HFS Plus, un Safari più veloce di sempre e con una funzione antitracciamento intelligente che promette faville, un client di posta migliorato, la compatibilità video con H.265/HEVC e, in generale, una tonnellata di nuove feature nei programmi più utilizzati dagli utenti, a partire da Foto per arrivare a Mail e Note.
iOS, oramai il prodotto di punta di casa Apple, non è da meno. Guadagna un leggero facelift della GUI, che dà il meglio di sé sugli iPad con una taskbar nuova mutuata dal Dock di Mac, nuove funzioni di multitasking ad app affiancate e anche il drag and drop tra app, più alcune feature molto interessanti anche per iPhone come un Siri potenziato e con una bellissima nuova voce, la possibilità di spedire denaro via iMessage, una notevole applicazione per la fotocamera, una app-file manage e tanto altro, non ultimo un App Store riprogettato). Insomma, i programmatori a Cupertino non sono certo rimasti con le mani in mano.
Lo hardware
C’è stato un refresh completo sia degli iMac sia dei Macbook e MacBook Pro, questi ultimi con l’adozione delle nuove CPU Kaby Lake. È inoltre stato presentato uno spettacolare iMac Pro, alternativa all-in-one a Mac Pro, con un monitor 5K da 27” comandato dal top dei top della produzione AMD, ovvero la Radeon Pro Vega (on 8 o 16 gigabyte di RAM), un processore Xeon di ultima generazione che può arrivare fino a 18 core, un massimo di 128 gigabyte di RAM e fino a 4 terabyte di SSD. Il tutto condito con porte Thunderbolt come se piovesse. Un mostro di potenza, un modo per contrastare l’eleganza del Surface Studio con la pura forza bruta. Il tutto a partire da soli cinquemila dollari.
Gli iPad Pro sono stati migliorati. Ora vi è un nuovo modello da 10,5”, con il 20 percento di spazio in più rispetto ai tradizionali 9,7”, un touch molto più reattivo e preciso, refresh rate ineguagliato (120 hertz per l’interfaccia utente), un System-On-Chip A10X Fusion fino al 20 percento più potente rispetto al modello precedente, batteria migliorata e un migliore supporto per Apple Pencil.
Infine, one more thing, un nuovo altoparlante. HomePod permette di ascoltare musica di qualità, grazie and un subwoofer e sette altoparlanti disposti a 360 gradi, in grado di effettuare una mappatura dinamica dell’ambiente grazie ad un chip ARM A8 al suo interno. Inoltre si integra con Siri per il controllo dell’altoparlante stesso e per la scelta dei brani da riprodurre. Si collega via Wi-Fi alla nostra rete di casa e ha ovviamente pieno accesso alla libreria di iTunes.
Per ora Siri è un po’ troppo dedicato alla riproduzione musicale ma in un prossimo futuro le funzioni dell’assistente del nuovo HomePod saranno in grado di controllare altri dispositivi di domotica per avere pieno accesso all’ambiente circostante. La conversazione con Siri sarà aiutata da sei differenti microfoni in grado di captare la voce nonostante la musica riprodotta. Il prezzo è di 349 dollari.
Per lo sviluppo
Apple ha presentato anche alcune novità direttamente per gli sviluppatori, tra le quali ARKit, un framework per progettare applicazioni di realtà aumentata, SiriKit per aprire alle app le capacità dell’assistente vocale, Core ML per le applicazioni di machine learning eccetera.
Conclusioni
Nonostante gli annunci siano stati molti in entrambe le conferenze, è il secondo anno di fila in cui Microsoft appare proiettata nel futuro e dedicata ad inseguire tutti i trend tecnologici del momento (cloud, machine learning, intelligenza artificiale) e a cercare di definirne di nuovi (Virtual e Mixed Reality), oltre ad avere un ciclo di evoluzione (con due macrorelease all’anno) degno del migliore software open source.
Di contro, Apple sembra in fase di consolidamento. Certo ha aggiornato praticamente tutti i suoi prodotti, ha annunciato una nuova versione di tutti i suoi sistemi operativi (quattro però sono un po’ tanti), ha presentato un nuovo altoparlante intelligente (non dissimile però da altri presentati dalla concorrenza lo scorso anno e integrati con i più diversi assistenti digitali, come Ok Google, Cortana e Alexa).
Alla fine Mac è sempre Mac, per quanto distinto ed elegante, iPad rimane sempre iPad e via così. Non dico che questo sia necessariamente un male, alla fine squadra vincente non si cambia, ma ricordo che stiamo parlando di Apple, una società che prima di parlare di specifiche tecniche e di design ci ha sempre stupito per il suo wow factor che, ora, sembra un po’ relegato in un angolino. Che non sia proprio una mia opinione è dimostrato da un fatto: per la prima volta, il valore delle azioni della casa di Cupertino è sceso dopo la WWDC. Va bene la maturità, però…
per leggere il giudizio su Build 2017 rimando all’articolo pubblicato ieri.