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Windows fa male a CE

10 Giugno 1999

Windows fa male a CE

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Nel panorama dei computer palmari le macchine con Windows CE offrono dei requisiti unici e ancora troppo poco apprezzati: l'eredità di Windows pesa su di loro al punto di farli apparire come delle vie di mezzo insoddisfacenti, invece dei prodotti originali che il più delle volte sono.

In una recente intervista a CNET, Larry Ellison, l’eccentrico miliardario proprietario e CEO di Oracle, nonché membro del direttivo Apple e riconosciuto visionario dei destini dell’informatica, esponendo i consigli che suo malgrado offrirebbe a una Microsoft che “pensa a Windows NT come il futuro sistema operativo popolare”, ha identificato in Windows CE quello che dovrebbe essere il sistema operativo per tutti.

“La gente – dice Ellison – vuole più semplicità. Per questo finalizzerei NT solamente ai sistemi di altissimo profilo, smettendola di preoccuparmi di adattarlo ai desktop. Devono curarsi di Windows CE per apparecchi a basso costo, perché il mondo sta per essere fatto di grandi server e apparecchi facili da usare a basso costo.
Se tutto ciò che devi fare girare é un browser e forse un Microsoft Office su un computer desktop pensi di avere per forza bisogno di metterci sotto NT? È folle. Quello che ti serve é semplicemente buoni computer e i computer stanno diventando sempre più economici e non più costosi; diventano più semplici e non più complessi. NT é una bestia complicata”.

Tuttavia, se dovessimo fare un sondaggio sulla notorietà di CE fra i consumatori informatici, come pure fra gli esperti, il risultato sarebbe con ogni probabilità sconsolante. Chi legge giornali di informatica potrà averne incontrato il nome e anche qualche immagine del desktop e probabilmente avrà pensato che si tratti di un altro dei tanti Windows, certamente marginale rispetto a quello che hanno tutti. Qualcun altro potrebbe sapere che é il Windows dei portatili, mentre alcuni altri potrebbero abbinarlo a qualche palmtop come quelli di Casio o di Philips.

Non aiutano inoltre il succedersi delle versioni dove all’apparenza cambia ben poco. L’interesse é talmente scarso che sono pochissimi gli apparecchi commercializzati nel nostro paese. Gli unici a realizzare un buon marketing sono appunto Casio, Philips e forse Sharp e Compaq. Gli apparecchi sul mercato sono pochi e spesso superati da altri mai messi in commercio in Italia e forse neppure in Europa. Neppure in libreria trovate nulla dedicato a Windows CE, a parte un manuale per la sua programmazione, quasi si trattasse di un prototipo in via di elaborazione. Eppure la versione attualmente in commercio é abbastanza matura e robusta.

Se, presi dalla disperazione vi venisse da cercare informazioni su Internet e vi rivolgeste, com’è ovvio, al sito italiano del produttore, scoprireste che sul Web italiano di Microsoft di CE non se ne parla quasi.

Ma non basta. Microsoft prende le distanze dal proprio prodotto al punto di non supportarlo, né tecnicamente, né commercialmente. Se, ad esempio, essendo venuti a conoscenza della recente uscita della versione italiana di Windows CE 3.0 vi venisse voglia di scoprire come fare l’upgrade e telefonaste a Microsoft Italia, come a chiunque verrebbe spontaneo, un’algida voce vi direbbe che dovete rivolgervi al produttore dell’hardware, perché la software house ha scelto come politica commerciale di non fare niente in casa e di delegare tutto a loro. Inutile protestare che, essendo gli unici produttori e rivenditori di PC Companion negli USA dovreste rivolgervi oltre oceano, peraltro invano, in quanto a loro del posizionamento italiano dell’OS non può interessare di meno.

Peggio ancora se avete bisogno di un driver o di un’istruzione sul funzionamento non presente peraltro nel parco manuale: vi verrà risposto che la politica di supporto di Windows CE non esiste in casa madre, ma forse solo dal produttore dell’handheld. Senza un interlocutore commerciale e senza un supporto tecnico il potenziale acquirente ha di che scoraggiarsi al momento della scelta!

Nonostante le sue scarse attitudini al customer care, invece di cambiare le politiche di vendita e di supporto, ma comunque probabilmente infastidita dal mancato successo di CE, che deve attualmente accontentarsi del residuo di mercato lasciatole da 3com e da Psion, Microsoft negli USA ha varato una campagna pubblicitaria atta a far comprendere al grande pubblico le innovazioni del suo sistema portatile. Molti lo vedono ancora come un succedaneo dei notebook, altri come un sistema per palmari costosi.
Probabilmente infastidita dal mancato successo di CE, che deve attualmente accontentarsi del residuo di mercato lasciatole da 3com e da Psion, Microsoft negli USA ha varato una campagna pubblicitaria atta a far comprendere al grande pubblico le innovazioni del suo sistema portatile.
Molti lo vedono ancora come un succedaneo dei notebook, altri un sistema per palmari costosi. “Vogliamo fornire un po’ di istruzione su quello che sono gli handheld PC e come i loro clienti possono usarli”, dice il responsabile di sviluppo del sistema operativo.

Dalle pagine del Business Week, The Wall Street Journal e del New York Times, contro la donna vestita del solo PalmPilot nella mano, con cui 3com richiama il suo pubblico, costituito per l’80% di soli uomini, si leverà il richiamo di Redmond che farà perno sui cavalli di battaglia che motivano la scelta: la durata particolarmente lunga delle batterie (dall’ora e mezza media dei notebook al minimo di 8 ore degli H/PC pro) e il cosiddetto Instant On, l’immediata disponibilità del sistema, del programma e del documento su cui si sta lavorando.

L’idea che CE non sia che un “piccolo Windows” é sbagliata e sta rovinando le novità più importanti del sistema operativo. CE non avrebbe bisogno di essere un Windows e se appare tale é solo in conseguenza al desiderio di conservare il look and feel così noto e caro ad un’utenza Microsoft, quella stessa che però molto difficilmente si allontanerà dal desktop. Che servisse a poco mantenere il desktop di Windows lo conferma il fatto che buona parte degli utenti di questo sistema desktop quando deve acquistare dei palmari si orienta verso altri apparecchi, come PalmPilot o Psion, che con Windows non hanno nulla a che fare. Ma Microsoft ha voluto legare in maniera così vincolante i due ambienti che non é possibile usare Windows CE senza possedere un desktop Windows per caricare i programmi o scaricare i dati.

Soprattutto chi usa più tipi di computer e di sistemi operativi si rende facilmente conto, anche solo ad intuito, che il kernel, il nocciolo duro attorno a cui ruota il sistema operativo é molto diverso per snellezza, robustezza, compattazione e forte integrazione fra infrastruttura a finalizzazione applicativa, dagli altri Windows. CE è un’altra macchina, eppure, diversamente dagli altri PDA, Windows non è compatibile con macchine diverse da Wintel, come Apple, ad esempio, o Linux.

Eppure é da prima del suo esordio che gli analisti più attenti hanno segnalato l’innovatività di CE, e non solo per i sistemi portatili (c’era chi sperava che diventasse l’OS per i Notebook, i Network PC, e magari anche per i desktop entry level). Ma chi ha fatto orecchi da mercante in proposito sono stati proprio quelli di Microsoft, al cui piano strategico dà fastidio la potenziale concorrenza che un prodotto di casa potrebbe creare alla commercializzazione dei prediletti desktop Windows, i 9X, NT e 2000, che alcuni reputano giunti al capolinea. Forse tutti questi sono sintomi di quanto si stia preparando, già all’interno di Redmond, quello scorporo delle aree produttive che l’antitrust americano intenderebbe imporre.

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