Oggi sappiamo che si può anche avviare una attività artigianale di comunicazione web e ricavarne un onorevole stipendio. Servono però costanza e capacità (solo marginalmente di tipo tecnico), passione e tenuta alla distanza.
Ci sono limiti, accortezze, buone pratiche da considerare, regole da rispettare. È insomma necessario capire in che spazio ci si muove e magari basarsi su consigli fondamentali per partire. Sono quelli contenuti nel libro di Andrea Maggiolo, che qui risponde alle nostre domande.
Apogeonline: Leggendo l’introduzione, sembra davvero tutto immediato: un argomento che ci appassiona, un’ora al giorno, qualche mese di costanza ed esperienza con la pubblicità ed ecco che iniziano ad arrivare i risultati. È davvero così?
Andrea Maggiolo: Non ci sono segreti, ma senz’altro è importante individuare un settore in cui non ci sia una concorrenza eccessiva, anche a costo di trattare argomenti specialistici o iperspecialistici. Il più grande errore è pensare di aprire un sito generalista, un blog personale, e scrivere di tutto un po’. In tal caso, diventa difficilissimo trovare il modo di monetizzare. Scrivere di un solo argomento, affrontarlo da tutte le angolazioni, in tutte le sfumature, e diventare un punto di riferimento per chi è interessato alle notizie di una nicchia ben specifica è l’approccio che propongo in questo libro. Resta poi da intendersi su che cosa sia un guadagno significativo: pensare di diventare ricchi è fuori discussione, o almeno io non saprei come fare. Però riuscire ad avere un’entrata mensile di alcune centinaia di euro è assolutamente possibile.
Parliamo di piattaforme per la gestione di un blog o comunque di un progetto editoriale.
Io uso da sempre (dal 2008) e consiglio di usare WordPress per la gestione di un progetto editoriale, e oggi come oggi credo sia difficile trovare qualcosa che sia comparabile a WordPress per facilità d’utilizzo. Il lettore ideale di Web marketing facile per tutti è proprio una persona con competenze informatiche basilari: WordPress permette di concentrarsi solo sulla produzione di contenuti, dal punto di vista della sicurezza bastano pochi accorgimenti per avere un sito relativamente protetto, la parte SEO si può gestire con un semplice plugin. Ho cercato nel libro di approfondire maggiormente aspetti legati alla creazione di contenuti piuttosto che altri aspetti più informatici, anche perché la mia preparazione è soprattutto editoriale-giornalistica.
Conta ancora qualcosa il lettore umano? Oppure il lavoro è tutto sul versante delle parole chiave, dei posizionamenti strategici, dei tag, dei titoli pedanti così che contengano tutte le parole giuste…?
La qualità, la scorrevolezza dei contenuti sono essenziali. Solo se si riesce a sviluppare una propria cifra stilistica è possibile mixare le giuste dosi di scrittura pedante (parole chiave, suddivisione in paragrafi eccetera) con quel guizzo creativo indispensabile per far sì che il lettore arrivi al termine dell’articolo. Il discorso vale ancor più per quel che riguarda i social network, dove solo articoli titolati in maniera efficace e curiosa raggiungono un numero soddisfacente di condivisioni: sui social i titoli pedanti, ad esempio, non ottengono risultati in termini di interazioni. Serve “solo” tanta pratica, quindi, per scrivere in maniera completa. Inoltre a livello numerico per molti siti il traffico proveniente dai social network è superiore a quello proveniente dai motori di ricerca, quindi il lavoro strategico SEO deve accompagnarsi ad altro, ormai.
Scrivi giustamente di non copiare, perché i motori di ricerca prediligono il contenuto originale; poi, dopo mesi di sudato lavoro, scopro che qualcuno si appropria dei miei contenuti, li copia e incolla impunemente sul suo blog, ci mette la pubblicità accanto… come faccio a difendermi?
Succede. Io quando accade, scrivo una mail ai copioni chiedendo di inserire un link alla fonte originale e di modificare almeno il testo dei primi paragrafi dell’articolo, in modo che il testo non risulti completamente copiato: raramente chi è sorpreso con le mani nella marmellata rifiuta di farlo. Poi ci sarà sempre purtroppo qualche furbetto che ritiene che qualsiasi contenuto pubblicato sul web possa essere copiabile interamente: in quei casi una lettera di un avvocato amico al titolare del sito web risolve tutti i problemi.
Si impara sbagliando, più che mai quando c’è di mezzo la rete. Qual è stato l’errore più grosso che hai commesso a inizio carriera, e che ti ha insegnato di più?
Il primo errore che mi viene in mente è stato aprire un sito di news generaliste sul mondo del calcio, una mia passione. Nonostante mesi di duro lavoro e il traffico più che soddisfacente, in un settore del genere è difficile trovare il modo di monetizzare e la concorrenza è enorme: dopo un po’ ho mollato per concentrarmi su progetti editoriali forse più limitati e noiosi, ma allo stesso tempo più specifici e per il quale avevo pensato sin dal principio a come monetizzare decentemente.
Come prepari i tuoi contenuti? Scrivi già in HTML oppure in un word processor da ufficio tipo LibreOffice? O in un programma dedicato come MarsEdit? O in Markdown tramite un editor di testo puro stile Atom? Insomma, che flusso di lavoro ideale hai trovato per la tua esperienza?
La semplicità d’utilizzo di Worpdress, su cui insisto molto nel libro, permette di non utilizzare programmi dedicati, e anche la pubblicazione di contenuti multimediale è stata resa negli anni sempre più semplice. Io, dopo aver scritto l’articolo su un banale blocco note, copio il testo in WordPress, dove lavoro di fino su impaginazione e Seo. Un flusso di lavoro, come vedi, molto artigianale.
Hai avuto esperienze fuori da Google, per quanto riguarda il lavoro su SEO e pubblicità? Sono da prendere in considerazione oppure è meglio rivolgersi al sistema più grande e collaudato?
Per iniziare conviene assolutamente provare Google AdSense: i pagamenti sono immediati raggiunta la soglia minima, e dà morale vedere che i soldi iniziano ad arrivare per davvero. In alcune nicchie però ci sono affiliazioni molto interessanti, per cui ogni progetto deve avere alla base una sua strategia non solo editoriale, ma anche pubblicitaria, che potrà sì essere modificata nel tempo, ma non stravolta.
Se questo fosse l’inizio del primo post di promozione del tuo libro, che cosa scriveresti?
In Italia ci sono migliaia di persone che grazie a un blog riescono ad avere un reddito mensile: non sono fenomeni, non sono the next big thing, ma artigiani del terzo millennio, che hanno dedicato ore, giorni, settimane, mesi e anni di tempo (sottratti a famiglia, amici eccetera) allo sviluppo del loro progetto editoriale. Non hai mai sentito la loro storia? È perché erano troppo impegnati a lavorare 🙂
Hai inventato @Micronarrativa, vite in 140 caratteri. Ci togli qualche curiosità in merito?
Ho cercato di unire la passione per la narrativa breve alla curiosità per le dinamiche dei social network. È dal 2009 che curo, con regolarità variabile, l’account Twitter @micronarrativa. Nel corso del tempo scrittori, editor e altri che lavorano nel mondo dell’editoria e della comunicazione hanno cominciato a seguire l’account. È stato semplice avere un filo diretto con loro, chiedere e ricevere consigli. Gianluca Nicoletti mi ha coinvolto in una puntata di Melog su Radio 24. Non ho mai monetizzato in nessun modo @Micronarrativa, ma è il progetto a cui sono più legato affettivamente, forse perché è quello che mi diverto di più a seguire!