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Vera e propria epidemia virale per i telefonini

02 Agosto 2005

Vera e propria epidemia virale per i telefonini

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Commwarrior, Cabir, Mquito, Duts, Brador, Skulls, Dampig, Locknut, Lasco, sono solo alcuni dei tanti virus che hanno colpito, nel 2005, i cellulari Bluetooth

Questi attacchi sono stati perpetrati tutti contro utenti del sud-est asiatico o degli Stati Uniti, paesi in cui i virus si propagano alla velocità della luce dall’inverno scorso.

Non si tratta ancora di epidemia devastante stile “I love you” su PC, né di furto di rubriche o dati attraverso Bluetooth, ma il processo continua ad accelerare e, ormai, tutti i produttori di antivirus (F-Secure, McAfee, Trend Micro, Kaspersky Lab o Symantec) sono in allarme.

Il virus più conosciuto e al tempo stesso meno pericoloso è Cabir. Lanciato dalle Filippine nel giugno 2004 dal gruppo di pirati informatici 29A, questo programma virale è nascosto in un file chiamato Caribe.sis. Se quest’ultimo viene lanciato, il virus si installa sull’apparecchio mobile e si propaga attraverso il collegamento Bluetooth del telefono, con il risultato di mandare alle stelle il consumo energetico del cellulare infetto.

Più grave, il virus Skulls sostituisce le icone del telefono con piccoli teschi e rende alcune funzioni inefficaci.

Commwarrior è uno dei più recenti e originali: si infiltra nei cellulari top di gamma, quelli dotati del sistema operativo Symbian, e si propaga attraverso gli MMS e il Bluetooth. Il problema è il costo di questi MMS, che si rivela astronomico, un po’ come accade con una variante del software di gioco Mosquito, che invia in modo irregolare SMS.

Infine, il virus ACE, che dilaga negli Stati Uniti con più di tre milioni di apparecchi infettati, e che cancella i numeri di riferimento IMEI e IMSI, cosa che rende inefficace il cellulare e costringe a portarlo in assistenza per resettarlo.

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