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Ushahidi anti corruzione anche in Europa

11 Ottobre 2011

Ushahidi anti corruzione anche in Europa

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Si diffonde nel continente la piattaforma collaborativa nata in Kenia per raccogliere informazioni sulle elezioni del 2008. Sotto osservazione, in particolare, Bulgaria e Russia

Il crowdsourcing come testimonianza contro la corruzione: è quello che sta succedendo anche in Europa grazie alla piattaforma Ushahidi e alla sua diffusione nel mondo. Creata dall’attivista e avvocatessa keniota Ory Okolloh, Ushahidi (che vuol dire testimoni in lingua swahili) è una piattaforma open source nata in Kenya all’inizio del 2008 per raccontare i disordini avvenuti dopo le elezioni. Il governo impose un blackout dei media tradizionali per non far sapere al mondo di brogli elettorali, violenze e minacce ai cittadini; grazie ai resoconti dei testimoni via web e sms, però, Ushahidi riuscì a creare una mappa multimediale e interattiva che visualizzava quanto stava accadendo nel Paese. La struttura open source di Ushahidi è stata la base per la nascita di una comunità di sviluppatori volontari che ha reso più facile la creazione e diffusione di nuove mappe tagliate su nuove esigenze, e forti ogni volta delle esperienze precedenti.

Dall’Africa all’Europa

L’utilizzo della struttura di Ushahidi ha gli scopi più svariati, dal traffico di organi al sostegno in situazioni di crisi come quella di Haiti (che ha contribuito a far conoscere la piattaforma in tutto il mondo). Il monitoraggio elettorale resta, però, tra i principali. Lo vedremo molto presto in Europa, e in Bulgaria prima di tutto: le prossime elezioni sono fissate per il 23 ottobre, ma il rischio di brogli e scontri è alto, considerando che la corruzione è considerata dai suoi cittadini uno dei principali problemi della nazione (secondo uno studio di Transparency International si parla di un’opinione espressa dal 97% dei cittadini).

Un gruppo di ONG ha deciso di usare Ushahidi per creare un sito chiamato For fair elections che aggregherà i contributi dei cittadini: video, foto e racconti verranno inviati tramite email, Facebook e Twitter da chi sarà testimone di scontri, tentativi di corruzione e voti contraffatti. I racconti verranno verificati e poi inseriti in una mappa interattiva che mostrerà il tipo di violazione e i materiali correlati. Il sito (disponibile in bulgaro e inglese) non agirà direttamente per inviare le informazioni alle autorità, ma solleciterà i cittadini a farlo offrendo contesto e consigli.

La Russia si attiva

In Russia, invece, è stata l’associazione Golos (parola russa che vuol dire voce) a lanciare un progetto analogo, Kartanarusheniy.ru, in collaborazione con il giornale Gazeta.ru. Anche questa piattaforma è ispirata da Ushahidi, sebbene sviluppata con software differente, ed è l’ulteriore testimonianza di come l’attivismo riesca a trovare soluzioni quando il governo non sembra essere sufficiente. La vivacità della blogosfera russa si lega però all’attivismo anche al di là del contesto elettorale: nell’estate 2010 il Paese si era trovato a fronteggiare un’emergenza nazionale a causa di una serie di incendi dovuti a temperature insolitamente alte.

La risposta del governo non era stata tempestiva ovunque e un gruppo di attivisti russi ha deciso di agire direttamente creando Help Map, il primo esperimento di utilizzo di Ushahidi in Russia: il sito aggregava informazioni sugli incendi inviate dai cittadini, permettendo di organizzarle e visualizzarle per categoria, orario e luogo geografico. Inoltre, Help Map aggregava le offerte d’aiuto dei singoli cittadini permettendo una reazione tempestiva e mirata anche nel dettaglio.

La mappa dei donatori

L’esperienza è stata utile ma non si è conclusa con la situazione di emergenza: nelle ultime settimane un gruppo di attivisti ha lanciato Rynda.org, che fa incontrare le richieste e le offerte di aiuto per alcuni problemi della popolazione, dalle varie forme di povertà alla donazione di sangue, un tema molto sentito in Russia (tanto da spingere il governo a una campagna di sensibilizzazione). Il sito, spiegano i creatori, è costruito in modo da risultare semplice da usare anche per chi non è abituato a usare la rete e vuole diventare un osservatorio permanente e orientato all’azione: per ogni “allarme virtuale” (questo indica il nome del progetto) ci sarà una successiva verifica dell’effettivo arrivo dell’aiuto richiesto dopo due settimane. Da testimoni a cittadini attivi in una community che continua a crescere.

L'autore

  • Antonella Napolitano
    Antonella Napolitano si occupa di comunicazione, con una specializzazione sull'impatto della tecnologia sulla società. È Communication Manager per CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili).

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