Un nuovo sondaggio Gallup riporta che tre quarti degli interpellati dice un chiaro “no” a ogni Internet tax, mentre appena il 14 per cento sarebbe favorevole a qualche tipo di tassazione. Una percentuale che rispecchia ovviamente l’identica posizione, nient’affatto nuova, del popolo della Rete a livello globale. Eppure la Commissione sul commercio elettronico del Congresso USA è tornata a riunirsi per discutere proprio di questo. E nuovamente le cronache riportano di aspre contrapposizioni tra i parlamentari presenti. Già nel giugno scorso, all’epoca del prima riunione della Commissione, qualche reporter aveva scritto addirittura di “dibattiti al vetriolo farciti di accuse di sessismo e razzismo.”
Il punto è che l’Internet Tax Freedom Act del 1998 prevede una moratoria di tre anni su qualunque possibile tassazione, ma parte dei commissari ritiene troppo drastico e univoco il fronte anti-tasse, visto che in qualche modo si potrebbe anche chiedere l’obolo all’enorme volume d’affari veicolato dall’e-commerce, ancor più nel prossimo futuro. Intanto 35 deputati repubblicani hanno già annunciato in una lettera ai membri della Commissione che, indipendentemente delle conclusioni cui giungeranno, in Parlamento non c’è spazio per dibattiti o proposte di legge sull’Internet tax, almeno a tempi medio-brevi. Purché gli equilibri politici (e le maggioranze) non si guastino….