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Una Coalizione per combattere gli spyware

03 Novembre 2005

Una Coalizione per combattere gli spyware

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Si chiama Anti-Spyware Coalition ed elabora i profili dei software spia per renderli riconoscibili dalle potenziali vittime

Tutto questo per aiutare noi “poveri utenti”, per evitarci orribili sorprese, per salvare i nostri computer da invasioni indesiderate e pericolose ma, soprattutto, per differenziare gli spyware degli altri software, così da renderli riconoscibili e, quindi, vulnerabili.

Ma che cosa significa software spia, cos’è uno spyware? Per la maggior parte dei internauti, si tratta di un software che si scopre essere installato, non certo in modo volontario, sul proprio computer e che si mette a spiare tutto ciò che c’è sull’hard disk e non solo. In realtà, questo software spia tutto ciò che accade sul computer “infettato” e carpisce informazioni sensibili a tutto vantaggio di chi questo spyware l’ha sviluppato e diffuso.

Comunque sia arrivato e qualunque sia il suo scopo ultimo, però, il software spia è generalmente percepito come un agente esterno infiltrato abusivamente e indesiderato, associato a un pericolo potenziale per i dati personali. E, invece, per i produttori di spyware, la situazione acquisisce tutto un altro significato: alcuni non vedono di buon occhio l’estirpazione dei loro prodotti attraverso una soluzione di sicurezza.

È vero, però, che il problema esiste ed è corposo, se si pensa che il 43% degli internauti americani si dicono vittime di software spia; è dunque urgente interessarsi al fenomeno.

Così, per rispondere a un comune bisogno e per tentare di rimediare a questo problema l’Anti-Spyware Coalition (ASC), un’associazione composta da grossi nomi dell’ambiente high-tech quali Microsoft, Google, AOL, Dell, McAfee e HP, solo per citarne alcuni, ha pubblicato un documento che mira a definire, in termini universali e obiettivi, le caratteristiche degli spyware veri e propri per distinguerli dagli altri programmi informatici.

È la stessa Coalizione a sancire, in un comunicato, l’importanza di tale documento che “si addentra in considerazioni tecniche dettagliate sui comportamenti specifici che rendono l’impiego di alcune tecnologie rischioso, in modo da aiutare gli utenti a comprendere come funzionano i prodotti che proteggono il loro computer, pur offrendo agli sviluppatori di antispyware un manuale d’uso da seguire per rendere uniforme e universale il loro metodo di classificazione interno”.

Il documento si preoccupa, innanzitutto, di descrivere i criteri da seguire quando si vuole caratterizzare uno spyware, principalmente in funzione del suo modo d’installazione e del suo comportamento. In particolare, l’Anti-Spyware Coalition desidera classificare l’agente spia su una scala di pericolo a tre livelli, che permetterà agli sviluppatori di software antispyware di informare i loro utenti in modo corretto e imparziale.

In via generale, un’installazione “selvaggia”, senza criterio alcuno e senza rispetto per l’utente, così come l’intercettazione di comunicazioni come i messaggi istantanei e le e-mail ad esempio, sono pratiche considerate a rischio elevato. Il cambiamento della home page del browser, invece, entra nella categoria dei rischi medi, mentre la registrazione di cookie costituisce soltanto un rischio basso.

Questa relazione, stilata sulla base di quasi 400 interventi di diretti interessati, in particolare i focus group di utenti e gli sviluppatori, rappresenterà la base di partenza di questo lavoro, per proseguire la lotta contro gli spyware.

Una lotta che sarà certo più tecnologica che legislativa poiché l’ASC, benché sorvegliata dal Center for Democracy and Technology (CDT), non si autodefinisce come un movimento “guerrafondaio”. Ha invece l’intenzione di produrre una serie di manuali d’utilizzo da presentare agli utenti per aiutarli a controllare, anziché sradicare, gli spyware che invadono i loro computer.

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