Dopo la calcolatrice scientifica realizzata da un sedicenne impilando cubi dentro il gioco Minecraft, exploit di cui si è scritto poco tempo fa, un quattordicenne costruisce una stampante di Lego.
La descrizione è affascinante, considerando che il sistema è certamente evoluto ma, nell’accezione comune, è considerato un giocattolo:
The printer employs three motors to control the motion of a felt tip pen. Overweel converts source image files into to a text file of 1s and 0s using Paint.NET, which is then (after some tinkering) imported into RobotC – a development environment used to control Lego Mindstorms NXT robots (among other things) based on the C programming language.
Dovremmo focalizzare l’attenzione, più che sul ragazzo prodigio, sulla connessione e le sinergie che questi sistemi ludici creano tra hardware e software e come detta connessione permetta di sviluppare capacità trasversali che rappresentano un passaggio nuovo rispetto alla tradizionale specializzazione.
L’impressione è che la nostra scuola, soprattutto quella primaria, stia perdendo molti treni a questo riguardo. E tante famiglie sottovalutino l’opportunità: anche chi fosse cresciuto a Meccano avrebbe probabilmente sviluppato importanti skill propedeutici… ma programmazione zero, e oggi i prodigi si materializzano mettendo insieme attuatori e codice. Un’occhiata al sito dell’odierno Meccano suggerirà come i tempi siano cambiati.