Dan Dumitru Ciobanu, 24 anni, è accusato di avere scritto “Blaster F”, una versione del virus Blaster che aveva paralizzato le reti di imprese e università.
Anche se Blaster F non è stato mai considerato realmente pericoloso, il suo autore potrebbe essere condannato alla reclusione da tre a 15 anni.
La Romania ha adottato leggi particolarmente dure contro la cybercriminalità allo scopo di proteggere la sua immagine di vivaio di talenti informatici. Inoltre, i paesi dell’Europa dell’est sono nel mirino delle forze di polizia internazionali che le considerano come focolai della cybercriminalità organizzata.
L’apertura del processo Ciobanu ha rilanciato il dibattito sulle sanzioni contro i crimini informatici, a lungo considerati come bravate di una gioventù di talento in ricerca di notorietà.
“Se i giovani informatici si interessano al modo in cui gira un programma, dovrebbero anche interessarsi alle conseguenze giuridiche dei loro gesti”, ha commentato il vice-ministro alla comunicazione, Adriana Ticau.
L’avvocato di Ciobanu, Gabriela Barnoveanu, ha invece commentato che “si è trattato di un gioco che è stato presentato come un crimine”.
Ciobanu era stato brevemente incarcerato dalla polizia l’anno scorso dopo la propagazione del virus a partire da due dei suoi Pc. Blaster F avrebbe infettato circa un migliaio di computer in tutto.