Oltre a scrivere cose interessanti, Ivan Rachieli riporta sempre citazioni significative. Dopo avere riflettuto l’altroieri su quella di Jani Patokallio da lui pubblicata, oggi è il turno di Jason Pontin che fa il punto sulla trasformazione in app nativa della testata Technology Review e sui motivi di abbandono di questa strategia a favore dell’adozione di una web app.
We sold 353 subscriptions through the iPad. We never discovered how to avoid the necessity of designing both landscape and portrait versions of the magazine for the app. We wasted $124,000 on outsourced software development. We fought amongst ourselves, and people left the company.
Con tutto il rispetto, numerosi suoi colleghi su altre testate hanno brillantemente affrontato il problema dell’orientamento verticale e orizzontale con la soluzione di… padroneggiarlo. Non stupisce che una rivista su iPad venda poco, se il cambio di orientamento è critico. Stupisce che quella cifra non basti a risolverlo, semmai.
Un designer deve saper progettare HTML per affrontare una platea di hardware – e schermi – compositi oppure si scontrerà con il pubblico, teste dure che cambiano sito quando la pagina non si legge bene sul loro apparecchio.
Ci sono ragioni valide e degne di discussione per abbracciare le web app al posto delle app native.
Diversa è l’idea di individuare un minimo comune denominatore per aggirare la complessità del proprio mestiere. Come se un editore decidesse di stampare solo libri in A5, la raccolta di epigrammi al pari della monografia d’arte.