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TLC italiana lenta nell’applicazione delle leggi

04 Gennaio 2008

TLC italiana lenta nell’applicazione delle leggi

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L’ultima indagine europea sulle TLC ha fotografato il lavoro svolto dagli organismi regolamentari

Il rapporto dell’European Competitive Telecommunications Association (ECTA), che si è occupato di analizzare il lavoro degli organismi regolamentari di 19 paesi comunitari, sembra stupire solo gli operatori italiani.

La nostra situazione, infatti, apparentemente non sembrerebbe così terribile. La tabella che riassume le perfomance delle legislazioni, la loro efficacia e le condizioni di mercato ci vede in sesta posizione, dietro a Regno Unito, Olanda, Danimarca, Norvegia e Francia. Un risultato che ha consentito a Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità TLC, di affermare che «il rapporto evidenzia come il Garante TLC abbia garantito lo sviluppo in Italia della concorrenza in un settore strategico e in continua evoluzione».

Insomma, il nostro impianto normativo, di per sé, non dovrebbe essere considerato negativamente. Andrebbero invece migliorati il modo e, soprattutto, i tempi in cui vengono attuate le decisioni e le normative. «Emerge che in alcuni paesi i mercati non siano particolarmente competitivi, un dato che emerge dalle tariffe elevate e dai pochi player sul mercato. I paesi nordeuropei tendono a far meglio su questo fronte, mentre i mercati di Irlanda, Italia, Repubblica Ceca e Grecia sembrano presentare un più ampio ventaglio di problemi», scrive ad esempio ECTA a proposito dei servizi mobili.

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