Secondo il reparto antifrode israeliano, una gang ha violato gli elaboratori di Sumitomo nell’ottobre scorso e ha tentato di trasferire denaro da dieci conti nel mondo. Il furto ha così rilanciato i timori legati alla minaccia dei pirati informatici organizzati in bande.
La polizia britannica aveva in passato informato le istituzioni finanziarie su tali rischi. Un portavoce del Britain’s National High Tech Crime Unit, l’unità britannica di repressione delle frodi informatiche, ha confermato all’agenzia di stampa Reuters che un’indagine è in corso ma ha rifiutato di fornire maggiori precisazioni. La polizia israeliana, da parte sua, ha fermato nel sobborgo di Tel-Aviv un uomo di 32 anni, chiamato Yaron Bolondi, collegato al caso e sospettato di essere implicato in un tentativo di riciclaggio di 20 milioni di sterline.
I software che registrano le chiavi d’accesso composte dall’utente sulla tastiera del suo computer stanno proliferando come funghi. Secondo la software house inglese specializzata in sicurezza Sophos, da 15 a 20 nuovi programmi di questo tipo arrivano tutti i giorni sul mercato, cioè tre o quattro volte di più rispetto a un anno fa.
Questi programmi riguardano gli utenti che effettuano operazioni bancarie online e altre transazioni finanziarie, che registrano così i loro numeri di conti corrente e le parole d’ordine.
Secondo gli esperti, infatti, un Pc non protetto ha il 50% di possibilità di essere infettato in meno di dieci minuti dal collegamento a Internet, anche senza aprire una pagina Web o lanciare un software di posta elettronica. Dopo 40 minuti, il rischio passa al 90%.
Il modo in cui i computer di Sumitomo hanno potuto essere infettati, tuttavia, rimane ancora da chiarire poiché erano certamente sotto la protezione di software.