L’università del Maryland, negli Stati Uniti, ha deciso di tassare gli studenti per acquistare le licenze dei software Microsoft. Una sorta di tassa per poter utilizzare i software di Bill Gates.
La supremazia del gigante del software, dunque, non viene solamente dal fatto che svolga pratiche monopolistiche. Ma anche dai riflessi che ha sulla vita di tutti.
E così, l’università americana ha deciso di equipaggiarsi con i software Microsoft e di far pagare il costo delle licenze agli studenti (sia che li usino, sia no, a 40 dollari l’anno) sotto forma di contributo.
Questa decisione, è il frutto di un programma per le licenze chiamato “Microsoft campus Agreement”, sottoscritto da un centinaio di università americane.
Questo programma permette a un’università di approfittare di un prezzo preferenziale e di dare accesso a tutti gli studenti ai programmi dell’azienda di Seattle.
Ma, rovescio della medaglia, obbliga tutte le facoltà a pagare una somma fissa per studente.
Si tratta di una “tassa Microsoft”, dunque, imposta agli studenti americani.
Proprio in un settore, come quello delle università, tradizionalmente refrattario alla tecnologia Windows e favorevole a sistemi operativi alternativi, gratuiti e implementabili come Linux.
La notizia è stata resa nota dal sito OS Opinion che ricorda, anche, i contratti che Microsoft aveva concluso con i costruttori di computer e che li obbligavano a installare Windows sull’insieme del loro parco prodotti.
Ma esiste un altro aspetto grottesco: così facendo le università americane fanno diventare questi software parte integrante dei corsi universitari.
Così facendo diventa poi difficile, negli USA, piangere sulla posizione monopolistica di Microsoft.
Per maggiori informazioni andate sul sito di OS Opinion