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SPOT-5, il satellite francese per la cartografia digitale

03 Giugno 2002

SPOT-5, il satellite francese per la cartografia digitale

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Diventa operativo SPOT-5, l’ultimo nato della serie di satelliti francesi per l’osservazione terrestre.Diciotto giorni dopo il suo lancio ha iniziato a trasmettere immagini, anche se sarà pienamente operativo il prossimo …

Diventa operativo SPOT-5, l’ultimo nato della serie di satelliti francesi per l’osservazione terrestre.
Diciotto giorni dopo il suo lancio ha iniziato a trasmettere immagini, anche se sarà pienamente operativo il prossimo luglio.

Lanciato all’inizio di maggio, il satellite assicura una zona di ripresa di 60 km per 60 e una risoluzione di 2,5 metri, come dichiarato dal CNES (il centro nazionale di studi spaziali francese).

SPOT-5 avrà il compito di fotografare tutto il pianeta 24 ore su 24 e renderà su Internet il catalogo delle sue immagini il giorno dopo.
“È il solo satellite che può fornire tanti dettagli su un’unica immagine”, come ha dichiarato il PDG di SPOT Image, che commercializza i dati del satellite.

Più del 50 % dei clienti, guarda caso, sono militari e, tra questi, anche il dipartimento americano della Difesa.

Ad approfittare delle immagini, però, ci sarà anche la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che si baserà sulle immagini satellitari per prevedere gli spostamenti delle ondate di cavallette, oltre alla Cina che utilizzerà le foto per migliorare la propria cartografia.

Tra i clienti, anche operatori di telefonia cellulare che utilizzeranno la cartografia satellitare per razionalizzare le proprie strutture di trasmissione a terra.

Il satellite è stato realizzato grazie al contributo di Astrium, la prima società spaziale europea, per conto dello CNES. Pesa tre tonnellate e avrà una durata di esercizio di 5 anni.

SPOT-5 dispone di uno strumento stereoscopico ad alta risoluzione la cui missione è di “costituire in 5 anni un modello digitale del suolo terrestre da 30 a 50 milioni di chilometri quadrati, circa un terzo delle terre emerse”.

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