Solo al penultimo giorno di esposizione sono riuscito a dedicare un pomeriggio a Wunderkammer – Arte, natura, meraviglia ieri e oggi, mostra allestita a Milano tra lo storico museo Poldi Pezzoli e le trendissime Gallerie d’Italia.
Le camere delle meraviglie, ho appreso, sono state fenomeno soprattutto italiano e tedesco, con nomi illustri quali il bolognese Ulisse Aldrovrandi e il milanese Manfredo Settala che tra Cinquecento e Seicento hanno coniugato il gusto per l’esotico, il misterioso e il mirabile con la tassonomia e la descrizione. La raccolta Aldrovandi, di quattordicimila elementi, ha dato vita a innumerevoli libri naturalistici illustrati grazie a settemila matrici da stampa di legno perfettamente intagliato.
La mostra milanese ha allineato oggetti provenienti dalle wunderkammer di aristocratici, ricchi e potenti dell’epoca, accostandoli a opere contemporanee che richiamano quell’attitudine. C’era anche un iPad, con una buona idea: il codice intangibile nella teca e la tavoletta appena sotto, per mostrare il contenuto delle altre pagine.
L’avvento dell’Illuminismo portò l’affievolirsi e la scomparsa della moda e di quello spirito: la razionalità doveva prevalere sulla meraviglia e la classificazione doveva essere il primo passo non verso lo stupore, bensì per la spiegazione e la soluzione di ogni enigma.
Ho pensato a quest’epoca di computer ubiqui e spietatamente binari, che fanno esattamente quello che gli dici, e all’idea che le arti liberali siano tramontate perché tutto quello che serve nella vita è saper domare macchine di von Neumann per leggere Wikipedia e scrivere Facebook.
Apparecchi pieni di filmati imperdibili per chi li ha scovati; utili a fraternizzare con il pretesto di mostrare l’ultimissima app appena scaricata; propagatori all’infinito di elenchi di batteristi più virtuosi, consigli magici per eliminare le righe, foto in esclusiva di uno spigolo della prossima edizione del prossimo gadget; contenitori di foto del piatto spettacolare consumato presso il ristorante buonissimo pagato pochissimo.
Le wunderkammer sono tornate. Oltre un miliardo, nelle tasche e negli zainetti invece che dietro al salotto, con pochissimi problemi di reperimento di meraviglie e rotazione dell’inventario, data la disponibilità illimitata di contenuti gratis a disposizione di un polpastrello.
Complimenti agli ideatori di una mostra che ha centrato lo spirito del tempo e ispira riflessione sulla vera anima della nostra epoca. Riguardo all’iPad per sfogliare i codici esposti e protetti, l’idea è da promuovere.