Tirano sempre più forte le vendite di computer e apparecchi informatici via Internet. Gli esperti di Jupiter Communications prevedono che entro l’anno gli acquisti online di PC raggiungeranno la cifra di 3,11 miliardi di dollari, mentre nel 2002 la percentuale di vendite online salirà a quota 13,3 rispetto all’attuale 7,1 per cento.
Tra le molte ricadute, CompUSA, catena di super-store nazionali dediti alla vendita di hardware e software, si appresta a radicali mutamenti commerciali. Ciò anche per via della caduta vertiginosa dei prezzi dei PC (sotto i 1.000 dollari, e ora perfino inferiori ai 600), e con la nota di demerito di essersi spostata sul Web con eccessiva lentezza e un fastidioso disservizio in fatto di assistenza clienti.
La riorganizzazione prevede maggior spazio agli apparecchi elettronici di vasto consumo (telecamere digitali, giocattoli high-tech, lettori e video DVD, agende elettroniche), oltre alla chiusura di un numero imprecisato di negozi e il licenziamento di 1.000, 1.500 impiegati, circa il 7 per cento della forza lavoro complessiva di 21.000 unità.
Si fanno intanto più fondate, nonostante il no comment della società, le voci secondo cui America On Line starebbe per entrare nel settore dell’hardware con un proprio PC. Ciò grazie ad una mirata partnership con Microwerkz, piccola startup che produce modelli a basso costo, tra cui il nuovo iToaster da 200 dollari, sorta di computer-elettrodomestico per Internet. Una posizione che sembra trovare conferma in altri recenti accordi firmati da AOL: uno con Hughes Electronics, proprietaria di DirecTV e DirecPC, per offrire servizi Internet ad alta velocità via satellite, e l’altro con 3Com, per consentire agli utenti di AOL di ricevere e-mail tramite i diffusissimi Palm Pilot.