Dopo i casi Echelon, il sistema “Carnivor” dell’FBI e di un sito governativo americano è la volta di Scour.com, un sito di divertimento online, venire alla ribalta per violazione della privacy.
Specializzato nel divertimento online, Scour.com attira ogni anno milioni di utenti Internet con la sua incredibile quantità di file MP3 e di altri documenti video (trailer di film, interviste, ecc.).
Ma, come uno specchietto per le allodole, il suo motore di ricerca, utilizzato per raccogliere su Internet file audiovisivi, permetterebbe anche di accedere a documenti che si trovano sui dischi rigidi degli utenti.
Lo ha rivelato il Los Angeles Times, in un articolo del 14 luglio.
Craig Grossman, responsabile di Scour e citato nell’articolo del quotidiano californiano, risponde con una faccia tosta invidiabile: “Questa tecnologia non sarà familiare alla gran parte degli utenti Internet, ma non è illegale. Al contrario, è una cosa molto comune ricercare contenuti negli spazi pubblici di Internet”.
Leggasi “spazi pubblici”, come “computer personali”.
La dichiarazione è di quelle da far venire i brividi. Vada per i milioni di telecamere che ci spiano ovunque, per le intercettazioni di comunicazioni attraverso telefoni fissi e cellulari, ma giù le mani dai nostri computer.
Il sito di Scour.com all’indirizzo http://www.scour.com
Se volete approfondire leggete l’interessante articolo del Los Angeles Times all’indirizzo
http://www.latimes.com/business/updates/lat_scour000714.htm