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Scatta l’IVA sul commercio elettronico degli europei

02 Luglio 2003

Scatta l’IVA sul commercio elettronico degli europei

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Dal 1° luglio è scattata una normativa europea che riguarda le transazioni su Internet: i paesi dell’Unione europea preleveranno l’IVA su tutto ciò che si scarica a pagamento e sui …

Dal 1° luglio è scattata una normativa europea che riguarda le transazioni su Internet: i paesi dell’Unione europea preleveranno l’IVA su tutto ciò che si scarica a pagamento e sui servizi elettronici venduti agli europei da aziende extra UE e detasseranno le vendite delle società europee a clienti non comunitari.

Queste importanti modifiche (adottate dopo l’approvazione di una direttiva europea del 7 maggio 2002 da parte dei ministri europei dell’Economia e delle Finanze) peseranno sul prezzo finale pagato dai consumatori.

Tra le numerose transazioni (le cui tasse venivano pagate nel paese dove aveva sede il venditore) anche lo scaricare musica, immagini, film, testi o software (compresi gli aggiornamenti online), casinò, aste online e ospitare o mantenere siti Internet a distanza.

Se un’azienda americana vendeva un software, scaricandolo online, a un europeo (sia un privato che un’azienda), non doveva versare l’IVA al paese di residenza del cliente.
Non solo. Non versava neanche agli Stati Uniti, visto che questi hanno deciso una moratoria fiscale per il commercio elettronico.

Adesso, l’azienda americana che vende dovrà identificare il paese di origine del suo cliente e, se europeo, versare l’IVA con il relativo tasso che varia da stato a stato.
Sta alla società decidere se riversare questo costo aggiuntivo sul cliente.

Se a vendere era una società europea, allora doveva versare l’IVA della transazione al suo stato di residenza.
“Questo – ha spiegato un rappresentante europeo delle finanze – portava a una distorsione della concorrenza che penalizzava le aziende venditrici europee, che pagavano l’IVA contrariamente alle aziende venditrici americane”.

Da martedì, infatti, le aziende europee saranno esonerate dall’IVA quando venderanno a clienti extra UE, così come negli Stati Uniti dove si applica un tasso nullo. Dunque, non dovranno versare nessuna tassa anche all’erario americano.

È prevista anche una semplificazione dei versamenti per la aziende extracomunitarie. Queste potranno versare l’intero importo a un solo paese europeo che, poi, penserà a distribuire l’IVA.

Se siamo contenti per le nostre aziende che, così, diventeranno più competitive, diverso è il nostro sentimento per le nostre tasche. Ancora una volta, il peso delle tassazioni ricade su noi consumatori, già tartassati nel mercato tradizionale e, oggi, anche in quello virtuale, considerato un piccolo paradiso fiscale per noi poveretti.

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