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Red Hat fa maretta, Caldera annaspa e IBM rilancia

14 Maggio 2002

Red Hat fa maretta, Caldera annaspa e IBM rilancia

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Big Blue porta il pinguino nel business medio-piccolo, mentre sembra alzarsi la competizione tra i distributori Linux

Questa settimana ecco una panoramica sulla scena business statunitense. Aprendo con qualche apprensione suscitata dalla recente iniziativa di Red Hat seguita all’upgrade 7.3. Quest’ultimo viene offerto, solo gli utenti nord-americani, con uno sconto di 20 dollari sull’edizione Professional e 10 su quella Personal non soltanto per chi fa l’aggiornamento di precedenti versioni Red Hat, ma anche per chi lo sostituisce ai sistemi rivali. E tra questi, udite udite, vengono elencate le versioni di Mandrake e SuSE, incluse le recenti release 8.2 e 8.0, rispettivamente. Uno scenario che fa strabuzzare gli occhi all’attento “The Register” britannico, con una breve dispaccio intitolato significativamente: “http://www.theregister.co.uk/content/4/25232.htmlGuerra tra pinguini? Red Hat alza il tiro della competizione.” Vero è che al momento non è poi così facile scovare pagina e info per aver diritto allo sconto, ma di certo la trovata appare poco amichevole nel mondo delle distribuzioni Linux. Resta da vedere se e quali frutti (avvelenati?) produrrà una tale iniziativa.

Torna intanto in acque agitate Caldera International, che ha annunciato l’ennesima riduzione di personale e un ridimensionamento del bilancio. Chiuderanno i due uffici di Chelmsford, in Massachussetts e di Erlangen, in Germania, con un taglio del personale pari a 73 impiegati, il 15 per cento della forza-lavoro complessiva, ora fissata sulle 400 unità. Lasceranno il posto anche due maggiori dirigenti, Drew Spencer, Chief Technology Officer, e Harrison Colter, Chief Legal Counsel. Elemento fors’anche più importante, il trimestre chiuso il 30 aprile porterà entrate lorde inferiori al previsto. Si parla di circa 15 milioni di dollari, rispetto ai 16-18 delle precedenti dichiarazioni. Come mai? Si cita la debolezza finanziaria del gruppo, oltre al ritmo eccessivamente lento degli upgrade attivato dai clienti tradizionali. Ciò a conferma di un trend al ribasso che nel primo trimestre fiscale di quest’anno aveva segnalato una perdita di 11 milioni di dollari a fronte di introiti vicini ai 18 milioni. Situazione che spinge pericolosamente Caldera verso l’uscita dal Nasdaq, già evitata per un pelo a febbraio con una strategica suddivisione dei titoli.

Intanto IBM continua a credere (e investire) nel futuro del pinguino, soprattutto per l’imprenditoria medio-piccola. Questo infatti il target di una delle maggiori novità annunciate durante il recente DeveloperWorks Live di San Francisco: il lancio di un nuovo pacchetto hardware-software basato sui server xSeries con chip Intel e sistema Linux. Il pacchetto offre la tecnologia WebSphere come software finalizzato a e-business e transazioni via Web, insieme al collaudato database DB2 per archiviazione e gestione dati. Inoltre Big Blue amplierà la portata del sito DeveloperWorks, specificamente dedito ai programmatori, consentendo loro accesso ai sorgenti di strumenti di sviluppo e software e-business basato su Linux, oltre a supporto tecnico online inclusivo di istruzioni dettagliate sulla messa a punto di nuovi applicativi. Il programma, chiamato “Speed-start your Linux app,” prende avvio da un CD di base comprendente il software WebSphere, il database DB2 e programmi collaborativi targati Lotus.

Secondo un commento del Gartner Group, tuttavia, l’ingresso di IBM nel settore dell’imprenditoria medio-piccola “non riuscirà a produrre risultati tangibili almeno fino alla fine del 2004,” pur confermando la strada intrapresa dell’azienda verso obiettivi a lungo termine. Tra questi vanno inclusi una più ampia diffusione di software fatto in casa (contro quelli basati su SQL) e la maggiore attenzione ai clienti fidati con le promesse di applicativi sempre nuovi e freschi. Altro elemento essenziale è costituito dall’offerta di supporto e assistenza tecnica. Per quanto concerne WebSphere e DB2, IBM prevede intanto di rafforzare il proprio Linux Technology Center, ma in seguito dovrà affidarsi ai cosiddetti programmi-partner, con ulteriori investimenti obbligati. Onde convincere l’arcipelago di aziende medio-piccole, Big Blue dovrà insomma assicurarle del fatto che Linux rimarrà vivo e vegeto per parecchio tempo, con supporto continuato e applicazioni sempre fresche. Secondo l’analisi del Gartner, si tratta di “fattori tutt’altro che certi,” mentre la stessa IBM dovrebbe ancora provare che “le nuove offerte comporteranno una diminuzione nei costi totali delle aziende.”

Da non sottovalutare, infine, l’impegno di IBM in un altro settore emergente, il grid computing. Non a caso nel corso della stessa manifestazione Irving Wladawsky-Berger, vice-presidente di IBM per le strategie tecnologiche, ha definito tale tecnologia “il futuro di Internet”. Si tratta in pratica di un esteso insieme di sistemi informatici operanti come elemento unico, strategia successiva agli attuali cluster e alle soluzioni di distributed computing. La stessa IBM, ad esempio, ha collaborato con la University of Pennsylvania nella realizzazione di un grid finalizzato alle ricerche sul cancro al seno. Grazie a tale sistema, un gran numero di ricercatori e medici possono utilizzare in tempo reale mammografie ed altre risorse per diagnosi precoci. Generalmente anche il grid computing gira su Linux, con buone prospettive di raggiungere così sempre meglio l’ambito high-end professionale.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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