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Raggi invisibili, mostri invisibili

13 Febbraio 2024

Raggi invisibili, mostri invisibili

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Prima che i raggi invisibili diventassero oggetto di ricerca per la scienza, hanno scatenato l’immaginazione degli autori del fantastico, a cominciare da…

il primo racconto sui raggi invisibili

Ora i cespugli erano immobili e tutti i rumori si erano placati, ma Morgan continuava a fissare quel punto con la stessa attenzione di prima.
“Che cos’è? Cosa diavolo è?” chiesi.
“È la Cosa Maledetta!” rispose senza voltarsi. La sua voce era roca e innaturale. Tremava visibilmente.
Stavo per riprendere a parlare quando vidi l’avena selvatica muoversi in modo stranissimo vicino al punto da cui proveniva il trambusto. Era uno spettacolo indescrivibile. Sembrava scossa da una folata di vento, che non lo la piegava, ma la schiacciava, pressandola a tal punto che non riusciva più a rialzarsi; e questo movimento si spostava lentamente verso di noi.
– Ambrose Bierce, The Damned Thing (1893)

Gli autori di fantascienza e di racconti dell’orrore sono stati, ancora una volta, i primi a pensare a come la nuova fisica si potesse utilizzare per ottenere o spiegare l’invisibilità. Il primo a utilizzare in tal modo i raggi invisibili fu Ambrose Bierce (1842-1914), scrittore, giornalista, soldato e autore satirico.

Nato in Ohio e cresciuto in Indiana, di famiglia povera, coltivò l’amore per la lettura e la scrittura grazie ai genitori, amanti della letteratura. A quindici anni se ne andò di casa e divenne apprendista stampatore presso un piccolo quotidiano abolizionista. Quando scoppiò la Guerra civile, Bierce si arruolò nel Nono reggimento della Cavalleria dell’Indiana nell’esercito unionista e partecipò a vari scontri, fra cui la sanguinosa battaglia di Shiloh nell’aprile 1862, dove i caduti, fra entrambe le parti, furono oltre diecimila. Le sue esperienze avrebbero ispirato e dato forma a molti dei suoi racconti di guerra e a una biografia.

Ferito alla testa durante la battaglia di Kennesaw Mountain nel giugno 1864, Bierce lasciò l’esercito. Vi rientrò brevemente nel 1866, quando fece parte di una spedizione inviata a ispezionare le basi militari a Ovest. Finì a San Francisco, dove iniziò una carriera nel campo del giornalismo, che proseguì per la maggior parte della vita.

Giornalista agguerrito, scrittore irresistibile

Il periodo più famoso nella carriera giornalistica di Bierce, che ci dà anche una indicazione della sua personalità, fu nel 1896. Le società ferroviarie Union Pacific e Central Pacific avevano ricevuto un prestito enorme (130 milioni di dollari, circa 4 miliardi di dollari di oggi) a basso interesse per costruire la ferrovia e Collis Potter Huntington, dirigente della Central Pacific, si recò a Washington per cercare di convincere il Congresso a condonare i 75 milioni di debito rimanenti, sostanzialmente trasformando il prestito in un regalo.

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William Randolph Hearst, proprietario del San Francisco Examiner, era contrario a questa soluzione e inviò Bierce a Washington per attirare l’attenzione su quel tentativo e in generale per rendere un inferno la vita di Huntington. Lo Examiner annunciò l’incarico di Bierce con estrema fiducia:

Il signor Bierce è il più agguerrito oppositore del monopolio delle ferrovie che ci sia mai stato in California e siamo fiduciosi che, non importa se vinceremo o perderemo al Congresso, potrà dare al signor Huntington e ai membri del Congresso che militano nel suo campo una dose generosa di ciò che si meritano.

Questa affermazione si è dimostrata accurata. Gli articoli di Bierce gettarono luce su uno schema che Huntington sperava passasse inosservato e Bierce raccontò le sedute del Congresso con arguzia tanto feroce da mettere in difficoltà non solo Huntington ma anche i suoi complici fra i membri del Congresso. Il tentativo di far condonare il debito delle ferrovie fallì e Bierce fu considerato un eroe.

Si dice che Bierce avesse avuto sentore in anticipo che Huntington avrebbe cercato di corromperlo perché passasse la cosa sotto silenzio. A quanto è stato riferito, Bierce rispose ai suoi emissari:

Per favore, tornate e ditegli che il mio prezzo è di circa settantacinque milioni di dollari [era il debito ancora da estinguere]. Se, quando fosse pronto a pagare, non dovessi essere in città, può consegnare il denaro al mio amico, il ministro del Tesoro degli Stati Uniti.

Nel corso della sua carriera Bierce scrisse 249 racconti, molti dei più famosi pubblicati negli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento, fra cui An Occurrence at Owl Creek Bridge (storia di guerra surreale che ha come protagonista una spia catturata, alla vigilia dell’esecuzione) e An Inhabitant of Carcosa (un racconto del soprannaturale, di perdita e disperazione).

Colori che non siamo in grado di distinguere

L’invisibilità è presente nel racconto La cosa maledetta, pubblicato nel 1893 e citato all’inizio di questo capitolo. Nel racconto, diviso in quattro parti, viene aperta un’inchiesta sulla morte brutale e misteriosa del cacciatore Hugh Morgan, ucciso davanti agli occhi di un testimone, anche se non era visibile alcun assalitore. La possibile spiegazione del mistero arriva nella quarta parte del racconto, estratta dal diario dello stesso Hugh, in cui descrive i suoi incontri con un essere soprannaturale che indica solo come the Damned Thing (la Cosa Maledetta).

I marinai sanno che un banco di balene che si crogiolano o giocano sulla superficie dell’oceano, a chilometri di distanza l’una dall’altra, divise dalla convessità della terra, a volte si tuffano nello stesso istante eclissandosi di colpo alla vita. Il segnale emesso è troppo grave per l’orecchio del marinaio sulla testa d’albero e per i suoi compagni sul ponte che, comunque, avvertono le sue vibrazioni sulla nave come le pietre di una cattedrale vengono scosse dal basso di un organo.
Quel che vale per i suoni, vale anche per i colori. Alle due estremità dello spettro solare i chimici possono scorgere la presenza di quelli che sono noti come raggi “attinici”. Essi rappresentano dei colori – colori integrali per quel che riguarda la composizione della luce – che noi non siamo in grado di distinguere. L’occhio umano è uno strumento imperfetto; il suo campo visivo comprende solo poche ottave di tutta la “scala cromatica”. Non sono pazzo: ci sono colori che non possiamo vedere.
E, che Dio mi assista, la Cosa Maledetta è di quel colore!

Invisibilità

Una lettura avvincente, piena di scienza, letteratura e curiosità che risponde alla domanda che da tempo affascina l’uomo: saremo mai in grado di svanire in un luccichio?

Bierce immagina che si sia evoluto un essere fatto di una sostanza il cui colore è al di fuori dello spettro visibile; come si possono immaginare oggetti di colore rosso o blu o verde, la Cosa Maledetta è evidentemente di un colore infrarosso o ultravioletto.

Lo scrittore che diventò invisibile. Per sempre

Ai tempi di Bierce gli scienziati non sapevano abbastanza dell’interazione fra luce e materia per escludere completamente questa idea, anche se la situazione sarebbe cambiata nel giro di pochi anni.

Ambrose Bierce avrebbe realizzato un atto di sparizione di diverso genere nella sua stessa vita. Nel 1913, quando aveva 71 anni, si recò in Messico per seguire la Rivoluzione messicana. A Ciudad Juárez si accodò all’esercito del generale rivoluzionario Pancho Villa come osservatore e accompagnò i soldati fino alla città di Chihuahua, da dove inviò un’ultima lettera a un amico. Dopodiché… di lui non si seppe più nulla. Non è mai stato scoperto alcun indizio sulla sorte che gli è toccata.

Questo articolo richiama contenuti da Invisibilità.

Immagine di apertura originale di David DINTSH su Unsplash.

L'autore

  • Gregory J. Gbur
    Gregory J. Gbur è professore di fisica e scienze ottiche presso l'Università della Carolina del Nord a Charlotte.

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