Uno dei miei follower su Twitter mi ha fatto il seguente appunto: Ma come! Scrivi libri su Android e twitti da iPhone? Avrei voluto rispondere che lo avevo fatto perché il mio Blackberry in quel momento era scarico.
A parte gli scherzi, l’aver scritto tre libri in materia ha contribuito a farmi apparire come l’”Uomo Android”, quando in realtà questa piattaforma è solamente una di quelle di cui mi occupo. Lo stesso era avvenuto come cofondatore di Mokabyte e Java quando Java era solo uno dei linguaggi usati.
Per dirla tutta, tornando alle app, ho realizzato più applicazioni per iOS che per Android. Per dire ancora di più, le applicazioni per Android, salvo rari casi, rappresentano un sottoinsieme di quelle per iOS per il semplice fatto che prima mi viene chiesta la versione per iOS e poi anche quella Android. A volte la richiesta arriva anche per Blackberry, ma sempre meno. Una nota su un libro diceva:
Non disprezzare mai quello che non conosci.
Per questo motivo, prima di “disprezzare” qualcosa è mia consuetudine studiarlo a fondo, da cui nascono i libri. Fortunatamente poi, come nella maggior parte dei casi, Android si è rivelato tutt’altro da disprezzare.
Queste considerazioni mi sono venute in mente dopo aver letto questo articolo nel quale si sostiene, in sintesi, che il mondo andrebbe avanti lo stesso anche senza Android il quale, nelle ultime versioni, non ha ottenuto il successo che ci si aspettava.
La mia idea al riguardo non è comunque cambiata. Sebbene sul lato smartphone i due mondi siano comunque in concorrenza, non vedo lo stesso dal lato tablet. Il maggior “stile” e capacità di iPad di gestire contenuti multimediali è comunque bilanciata, lato Android, da una maggiore customizzazione e possibilità di integrazione con altri sistemi. Se devo leggere libri (e non mi piacciono gli eBook reader) mi prendo iPad. Se devo utilizzare un tablet per interagire con il mio sistema di gestione magazzino, mi prendo un tablet Android.