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Questi pazzi, pazzi progetti di DoCoMo

01 Aprile 2004

Questi pazzi, pazzi progetti di DoCoMo

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Nel suo laboratorio di ricerca e sviluppo l'operatore di telefonia mobile giapponese NTT DoCoMo lavora a un cellulare in grado di comunicare senza che sia proferita parola

Il telefono “telepatico” sarà capace di “leggere” gli altri quattro sensi: la vista, il contatto, l’odorato e il gusto.

“Fino a oggi – ha dichiarato Kota Kinoshita, direttore di laboratorio del primo operatore mobile giapponese – i nostri telefoni cellulari sono stati in grado di trasmettere la voce e le immagini, è giunto il momento di approfondire la ricerca nel campo della comunicazione a tutti e cinque i sensi. Il nostro direttore generale, Keiji Tachikawa, sogna strumenti che possono trasmettere fisicamente le cose. Forse non sarà possibile, ma penso che sia stupendo tentare di offrire un’esperienza virtuale di questo tipo ai nostri clienti”.

Costruito nel 1998 su un’area di 70.000 metri quadrati, il laboratorio di Yokosuka Research Park (YRP) dispone di un bilancio annuale di circa 130 miliardi di Yen (1,02 miliardi di euro) e impiega circa 1.200 ricercatori. Una cinquantina di imprese come Matsushita Electric Industrial, Canon e Nokia, e un buon numero di università interessate da una collaborazione con l’operatore nipponico, hanno insediato i loro laboratori all’YRP.

In bilancio, la voce ricerca e sviluppo rappresenta, per DoCoMo, il 3% del fatturato. Gli specialisti del settore “sviluppo” lavorano su progetti a breve e a medio termine, come la HSDPA (High Speed Downlink Packet Access), una tecnologia che permette una velocità di trasmissione dati dieci volte superiore a quella dell’attuale telefonia mobile di terza generazione. Dal canto loro, gli scienziati della sezione “ricerca”, hanno carta bianca per lavorare sulle idee che li affascinano.

Progetti fantasmagorici

I ricercatori si dedicano principalmente ai loro progetti, mentre la società si riserva il diritto di bloccarli se non ottengono risultati concreti entro i tre anni. Nel laboratorio di DoCoMo sono stati sviluppati progetti a dir poco eccentrici: primo tra tutti, appunto, un cellulare in grado di comunicare senza che sia proferita parola. Sensori posti sul labbro superiore, la guancia e il mento, sono programmati per interpretare i movimenti della mandibola e trasmettere il messaggio tramite una voce elettronica.

Dopo un lavoro di circa tre anni gli scienziati sono riusciti, per il momento, a leggere soltanto le vocali giapponesi. Se questa tecnologia diventasse di uso comune, potrebbe avere applicazioni utilissime per le persone portatrici di handicap o per chi lavora in ambienti rumorosi come i cantieri.

I ricercatori di YRP lavorano anche su ciò che viene chiamato “il suono tridimensionale”. Potrebbe esserci un futuro, infatti, nel quale i telefoni mobili potranno produrre suoni che sembreranno provenire da molte direzioni. Così, ad esempio, un amante dell’arte potrà andare a una mostra di pittura, ricevere informazioni circa i dipinti sul suo cellulare e avere l’impressione che vengano direttamente dai dipinti stessi.

Questa tecnologia ha raggiunto un elevato grado di sviluppo, tanto che potrebbe essere commercializzata tra due anni circa. “Abbiamo da poco risolto la questione del suono tridimensionale – ha aggiunto Kinoshita – la prossima tappa sono le immagini tridimensionali. Ignoro il tempo che sarà necessario, ma voglio che gli utenti possano visualizzare un’immagine sui loro telefoni mobili e avere la stessa sensazione che avrebbero se la toccassero. Se soltanto potessimo ricreare anche l’odorato e il gusto, allora sì che avremmo raggiunto l’apice”.

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