Che cos’è il DRM? Parrebbe una domanda banale dalla risposta scontata. Eppure se è davvero così, perché non si fa altro che discuterne?
La questione non deve essere da poco visto e considerato che oggi l’organizzazione Defective by Design (satellite della Free Software Foundation) celebra la quarta edizione della Giornata Internazionale Contro il DRM.
Ma che cos’è il DRM per questi attivisti? Prendendo a prestito le loro stesse parole:
it is a growing problem in the area of ebooks, where people have had their books restricted so they can’t freely loan, re-sell or donate them, read them without being tracked, or move them to a new device without re-purchasing all of them.
A growing problem. E allora si torna all’inizio, alla domanda banale dalla risposta scontata: per alcuni il DRM è un problema, una seria e grave limitazione alla libertà personale. Per altri, al contrario, è la soluzione alla spinosa questione della pirateria.
Non serve qui discutere sulla reale efficacia dei DRM nella lotta alla pirateria, né tantomeno sui danni (veri o presunti) che questa arreca all’industria editoriale. Forse conta di più puntare i riflettori su un fatto: l’assenza di DRM non è necessariamente sinonimo di pirateria.
E un esempio – importante – viene proprio dal mondo editoriale. L’editore O’Reilly, storicamente contrario all’adozione di DRM, da anni pubblica e vende ebook DRM-free e proprio oggi rilancia l’invito a seguire il suo esempio, come qualcuno già ha fatto.
Celebriamo questa giornata con le parole di Tim O’Reilly, da una sua intervista a forbes.com del 23 marzo 2011:
People who don’t pay you generally wouldn’t have paid you anyway. We are delighted when people who can’t afford our books don’t pay us for them, if they go out and do something useful with that information.