Amazon sta sperimentando e si dice pronta per il 2017-2018 alla consegna di pacchetti fino a cinque chili in trenta minuti, usando droni a otto eliche, tecnologicamente ridondanti per far fronte a eventuali malfunzionamenti.
Non è dello stesso parere Andreas Raptopoulos, amministratore delegato di Matternet, azienda specializzata nella creazione di reti di veicoli senza pilota, di cui i multicotteri saranno parte sempre più preponderante. Raptopoulos afferma:
C’è molto di promozionale più che di reale intorno a ciò che Amazon ha annunciato e non dovremmo ingannare così noi stessi […] La tecnologia non è tutto ciò che ci consentirà di farlo e la legislazione che ancora non esiste non è tutto ciò che ci permetterà di farlo. Stiamo parlando anche di tutte le diverse condizioni meteorologiche possibili, su terreni molto difficili e sottoposti a correnti d’aria e maltempo e così via. C’è ancora un bel po’ di lavoro e di test da fare su queste cose.
Il merito di Amazon rimane comunque intatto: ha dato visibilità mondiale a un settore che promette un’incredibile crescita e apre possibilità avveniristiche. L’uso di multicotteri e droni al posto di automezzi su strada incentiva una vera rivoluzione in molti settori. Oltre le consegne prettamente commerciali, si pensi alla possibilità di raggiungere con medicinali o altri generi di prima necessità posti che noi occidentali di società opulente e considerevolmente attrezzate non ci immaginiamo nemmeno. Vale un’occhiata il video creato apposta da Matternet.
Nel frattempo Canada e Australia hanno già regolamentato alcuni utilizzi dell’uso commerciale dei droni. A Sidney la libreria Zookal sta testando l’uso di sei droni per le proprie consegne, mentre pare che in Cina Shunfeng Express sia quasi pronta alla consegna via drone di pacchi nella città di Dongguan.
Una legislazione è evidentemente necessaria, perché gli scenari che potrebbero aprirsi sono innumerevoli: dalle cadute accidentali con conseguente danneggiamento di beni altrui alla probabile caccia ai droni latori di pacchi preziosi, al traffico in spazi aerei già occupati piuttosto che alla possibilità d’utilizzo per scopi poco limpidi o di disturbo della privacy di case, persone e territori.
In Italia ancora tutto tace sul fronte legislativo, tranne che per la partecipazione a un progetto militare europeo che prevede la costruzione di droni militari entro il 2020, come comunica il magazine francese LesEchos. Sperimentazioni civili d’uso di multicotteri per la ricognizione del territorio sono comunque già in atto e c’è solo da sperare che restrittive e farraginose leggi sulla privacy non mietano vittime in un business alle porte e potenzialmente, positivamente esplosivo. Nel frattempo l’editore Waterstones ha messo alla berlina l’annuncio di Amazon con un video-parodia in cui annunciano lo stesso servizio, tramite gufi ammaestrati.