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Problemi, rischi e chiusure per le aziende Internet

17 Aprile 2001

Problemi, rischi e chiusure per le aziende Internet

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Altalenanti i titoli high-tech in borsa, crescono i licenziamenti, chiudono Kozmo e NBCi

Sempre più altalenanti le prestazioni dei titoli high-tech. E sempre elevato il ritmo delle chiusure di siti ex-famosi. L’ennesima riprova di un simile scenario è arrivata nel fine settimana, a seguito dei rendiconti trimestrali di alcuni nomi di spicco: Microsoft, Nortel e Sun Microsystems. Mentre la prima ha superato le aspettative degli analisti, Sun ha a malapena toccato i minimi previsti e Nortel è sprofondata a livelli “miserabili”. Sull’altro fronte, qualche giorno fa era giunto l’annuncio della cessazione di attività per Kozmo, noto sito-azienda per consegne a domicilio ultra-rapide, con annesso licenziamento in tronco degli oltre 1000 impiegati che vi lavoravano. Stessa sorte toccata a un’entità forse ancora più influente, stavolta in ambito giornalistico, quella NBCi che mirava a inserirsi tra i maggiori portali d’informazione. Pur se ufficialmente “riassorbito” all’interno del network televisivo NBC, la chiusura del sito comporta tra l’altro il licenziamento di quasi 400 persone. Insomma, tutto a posto e niente in ordine nella new economy del 2001.

Continuano a crescere i profitti di Microsoft. Il bilancio del primo trimestre di quest’anno ha superato le stime più rosee avanzate dagli esperti di Wall Street. Guadagno netto pari a 2,45 miliardi di dollari, corrispondenti a più 44 cent per azione, rispetto a 2,39 miliardi e 43 cent registrati nel medesimo periodo dello scorso anno — mentre le previsioni ruotavano sui 40 cent ad azione. Le entrate lorde hanno raggiunto quasi 6,5 miliardi (5,66 nel 2000), a fronte di stime fissate sui 6 miliardi. Il successo pare vada addebitato soprattutto al crescente impulso di vendita di Windows 2000, che dopo un avvio un po’ stentato va riscuotendo sempre più l’interesse dei consumatori.

Decisamente in ribasso invece le azioni di Nortel, azienda leader nel settore telecomunicazioni e in particolare nella produzione di infrastruttura basata su fibre ottiche. Le perdite hanno toccato i 385 milioni di dollari, con titoli a meno 12 cent, rispetto ai 347 milioni in attivo e più 12 cent ad azione del trimestre 2000. Cifre negative in qualche modo attese in borsa, vista la crisi dell’intero settore high-tech, anche se leggermente superiori alle stime dei maggiori esperti (intorno ai meno 10 cent per azione). Come effetto a latere, ormai del tutto inevitabile, Nortel si appresta a ridurre drasticamente la propria forza-lavoro: entro giugno manderà a casa 20.000 impiegati, in salita rispetto alle riduzione di 15.000 unità annunciata recentemente.

In bilico anche le prestazioni di un altro gigante informatico, Sun Microsystems, la quale ha a malapena rispettato le stime già in ribasso degli esperti finanziari. Confermando decise riduzioni nelle vendite, il mese scorso l’azienda californiana aveva previsto ricavi pari a 7-9 cent per azione e la scorsa settimana le agenzie di Wall Street erano scese a stime di 3-13 cent in meno. In pratica le entrate complessive hanno di poco superato quelle dello scorso anno: 4,10 miliardi dollari contro i 4 del primo trimestre. L’annuncio ha provocato immediate seppur lievi flessioni dei titoli Sun, i cui dirigenti si sono affrettati a spiegare come tali risultati non riflettano altro che “il netto declino negli investimenti del settore info-tech che va affermandosi soprattutto negli Stati Uniti, con la domanda in leggero calo anche in Europa e nell’Asia del Pacifico.”

Inevitabilmente, i passi falsi della new economy in borsa vanno a braccetto con grosse scivolate sul web e in ambito imprenditoriale. Chiude bottega Kozmo, prosperosa agenzia per consegne rapide a domicilio in nove grosse aree metropolitane statunitensi. La società, fondata a New York circa tre anni fa, aveva acquisito popolarità per varie partnership con nomi noti del giro dot.com, in primis Amazon che qualche tempo addietro aveva deciso di investirvi non pochi denari onde utilizzarne al meglio i servizi. Altri cospicui investimenti erano arrivati da nomi quali Starbucks e dall’agenzia di venture capital Flatiron Partners. Ma l’annunciata e assai necessaria infusione di contante prevista per dicembre (circa 30 milioni di dollari) si era mano a mano ridotta in maniera considerevole, e i dirigenti di Kozmo erano stati costretti a sondare rapidamente altre direzioni. Nelle scorse settimane era però fallita anche la tentata l’alleanza con PDQuick di Los Angeles, uno dei vari alimentari online cui Kozmo forniva servizi. Inevitabile la chiusura, quindi, che segna comunque il fallimento di un business model basato sulle necessità di quelle società Internet interessate a raggiungere tempestivamente i propri clienti in aree metropolitane densamente popolate come New York City o Los Angeles.

Ma la crisi colpisce anche business model ormai consolidati, almeno in apparenza. È ad esempio il caso del mondo dei media online, dove la marea di siti disponibili costringe ai salti mortali pur di imporsi al grosso pubblico (e soprattutto agli inserzionisti). Stavolta a farne le spese è NBCi, filiale web del noto network d’informazione TV, dove verranno riassorbite le produzioni digitali. È vero che nei suoi quattro anni di vita il sito poco aveva fatto per differenziarsi e utilizzare al meglio le qualità del network-madre. Dopo aver acquisito il mini-portale di CNET Snap.com e il sito di direct marketing Xoom.com, NBCi aveva infatti modificato più volte le proprie strategie operative limitandosi però a proporsi come portale generico e mancando di proporre uno stile d’informazione più decisamente mirato al pianeta online. Vittima più o meno illustre della caduta del dot.com, con un destino similare a quello che aveva colpito anche l’altro grosso network TV, ABC-Disney. Dopo aver inglobato Infoseek nel 1999 per dar vita al pubblicizzato portale Go.com, quest’ultimo era stato ri-progettato più volte fino alla chiusura di fine gennaio. 400 gli impiegati licenziati, all’incirca lo stesso numero di quelli mandati a casa da NBCi in questi giorni a San Francisco.

Ovviamente a simili situazioni va aggiunta la miriade di siti meno noti che abbassano definitivamente la saracinesca ogni giorno. Il tutto a riprova del fatto che le ricadute della rapida implosione della new economy avranno un’onda lunga sull’economia generale statunitense. E se è (ancora?) prematuro parlare di recessione vera e propria, sembra che a ben poco valgano gli sforzi della Federal Reserve nella riduzione dei tassi d’interesse. Almeno per ora.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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