Dopo Gillette, anche Benetton ha deciso di ricorrere ai chip di tracciabilità RFID (Radio Frequency Identification) per i capi d’abbigliamento della sua linea Sisley.
L’intenzione della Benetton è quella di incorporare 15 milioni di chip, che verranno forniti dalla Philips, all’interno delle etichette degli abiti, al momento della fabbricazione.
I chip, invisibili ad occhio nudo, permetteranno di individuare il singolo prodotto sino a che non verranno disattivati, al momento della vendita al consumatore finale, con il passaggio attraverso la cassa.
In altre parole – sostiene l’azienda – il sistema permetterà di seguire i prodotti dalla fabbrica al negozio, migliorando la produzione: i chip, infatti, memorizzeranno, di ciascun prodotto, il colore, lo stile, la taglia e il punto vendita cui è destinato, facilitando l’effettuazione degli inventari e migliorando la gestione degli stock.
Questa vicenda fa seguito all’annuncio effettuato dalla Gillette lo scorso gennaio con cui avvisava il pubblico che circa 500 milioni di rasoi del modello Match 3 sarebbero stati dotati entro breve di microchip, per l’identificazione di ogni singolo prodotto. L’argomento è stato trattato in questo sito.
Come la Gillette, anche Benetton si è affrettata a garantire che lo scopo dell’impiego di questa tecnologia è esclusivamente quello di semplificare le operazioni di stoccaggio e di prevenire i furti.
I consumatori, però, sono sempre più allarmati: ritengono infatti che l’introduzione di tecnologie di questo genere possa invadere pesantemente la vita privata di ogni cittadino.