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Prima la privacy, poi l’e-commerce

29 Novembre 1999

Prima la privacy, poi l’e-commerce

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“La violazione della privacy costituisce un danno materiale”. Questa la posizione del procuratore USA Jeanne Kempthome che ha costretto all’ammissione di colpevolezza la libreria online Alibris per aver intercettato e-mail …

“La violazione della privacy costituisce un danno materiale”. Questa la posizione del procuratore USA Jeanne Kempthome che ha costretto all’ammissione di colpevolezza la libreria online Alibris per aver intercettato e-mail interne e password di legittima proprietà del più noto Amazon.com. Ora i dirigenti di Alibris dovranno pagare una multa di 250.000 dollari. In tal modo il caso verrà chiuso, evitando così loro possibili sanzioni più pesanti nelle corti di livello federale.

Secondo la pubblica accusa, Alibris si sarebbe impossessata illegalmente di oltre 4.000 e-mail interne di Amazon per mettere a punto un proprio database sugli acquisti effettuati da quest’ultima e per analizzarne l’andamento delle vendite. Il responsabile di Alibris ha ribadito di non aver mai “abusato” di tali dati, avendo deciso di appropriarsene allo scopo di meglio sviluppare le proprie attività di e-commerce. Ma il procuratore ha spiegato come tali pratiche vadano comunque considerate in violazione dell’Electronic Communications Privacy Act. Un caso che costituirà un chiaro precedente nelle questioni spesso poco chiare al confine tra e-commerce e privacy.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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