Una delle tragedie professionali del web designer occorre quando l’interlocutore primario presso il cliente è il responsabile marketing. Il web è vissuto da molte imprese come una vetrina, il che gli toglie il 95% delle potenzialità.
Permettetemi ancora una volta di citare quel genio assoluto di Randall Munroe, autore del webcomic XKCD. Qui lui esemplifica col sito web di una università, ma mutatis mutandis il principio è del tutto generale.
Perché e quando viene veramente consultato un sito web, nell’anno 2014? Ci sono sostanzialmente due tipologie di frequentatori. Primo, quelli che hanno bisogno di una informazione subito; probabilmente stanno usando uno smartphone in mobilità e gli serve il numero di telefono, l’indirizzo o dove si parcheggia nelle vicinanze degli uffici aziendali; oppure se un tal prodotto è in pronta consegna, quanto viene al chilo e a quanto ammontano le spese di spedizione. Insomma, deve prendere una decisione ora e qualsiasi distrazione lo irriterà.
Secondo caso, il visitatore è annoiato o curioso, ha una certa quantità di tempo da spendere e vuole venire istruito o divertito. Sì, magari è pure disposto a comprare. Di sicuro ha di fronte a sé uno schermo più grande (almeno un tablet, forse un PC), e sarà il caso di profittarne. Una presentazione superficiale non lo soddisfa: il web non ha limiti di spazio quanto un catalogo cartaceo, quindi il visitatore pretende più dettagli. C’è il tempo, dunque ci deve essere il modo di approfondire qualsiasi argomento (sul web quel modo si chiama link). Scommetto che tutti quelli che stanno leggendo questo pezzullo in questo momento si trovano proprio in questa modalità.
Diciamoci la verità, alla fin fine attacchiamo tutti quanti l’asino dove vuole il padrone, e l’esigenza di portare a casa il lavoro lasciando il cliente soddisfatto prende sempre la precedenza sulla voglia di fare un lavoro elegante ed efficace. Quindi la maggior parte dei siti che io mi trovo a costruire non viene incontro né al primo principio – mobile first – né al secondo — il sito educa, approfondisce, informa e diverte. Si prende invece il materiale strappato a fatica dalle manine rapaci del responsabile marketing e lo si pubblica sul web aziendale. Decorosamente. Mi resta però la speranza che qualche responsabile aziendale di sito web, in uno di quei rari momenti in cui non è di corsa, finisca su questa pagina o sulla pagina di qualcuno che è d’accordo con me e ci pensi. Fate girare la URL.