Nel corso della riunione del 20 maggio scorso, a Budapest, il W3C – l’organismo che raggruppa tutti i grandi editori e centri di ricerca che hanno accompagnato lo sviluppo di Internet e che ne definisce gli standard principali – ha deciso di confermare per il futuro la non assoggettabilità degli standard tecnologici del World Wide Web al pagamento di royalties.
Pertanto, i membri del W3C che detengono un brevetto suscettibile di essere incluso in una raccomandazione del consorzio sono invitati a rinunciare ai propri diritti sullo stesso e a renderlo liberamente accessibile.
Tim Berners-Lee, direttore del W3C, ha affermato che l’orientamento adottato getta le basi per un “nuovo decennio d’innovazioni tecniche, di crescita economica e di conquiste sociali” nel Web. Più che mai, dunque, la parola d’ordine del W3C è “interoperabilità”. Con grande soddisfazione dei sostenitori dell’open-source.