Con l’anno nuovo è tempo di bilanci nei diversi settori economici e non sfugge a questo rito la branca dell’informatica. Tra alti (pochi e poco vistosi) e bassi (molti e catastrofici) negli Stati Uniti a rimetterci sono stati soprattutto i lavoratori, anche se in modo meno marcato che nel 2001.
Sono stati 468.161 i posti persi nel settore dell’hi-tech nel 2002, una percentuale inferiore del 33 % a quella del 2001 (erano stati 695.581), secondo i dati pubblicati da Challenger, Gray and Christmas.
Dopo essere arrivati a 91.450 nel terzo trimestre, la soppressione di impieghi nel settore hi-tech, che raccoglie le telecomunicazioni, l’informatica, l’elettronica e l’e-commerce, ha raggiunto il tasso del 46 % nell’ultimo trimestre 2002, pari a 133.511: il numero più alto per un trimestre dopo l’inizio del 2002, come affermato nel comunicato della società di ricerche.
Il settore dell’alta tecnologia ha rappresentato, l’anno scorso, il 32 % dell’insieme della soppressione di posti negli Stati Uniti, contro il 36 % del 2001.
Challenger prevede uno scarso miglioramento per il 2003, a causa della debolezza persistente negli acquisti in nuove tecnologie.
“Le industrie hi-tech – spiega la società nel comunicato – continueranno probabilmente ad aver problemi nel 2003, cosa che non migliorerà la situazione dei lavoratori che sono riusciti a conservare il loro impiego”.
L’anno scorso le telecomunicazioni hanno rappresentato più della metà dei licenziamenti registrati nel settore, con 268.857 posti di lavoro persi contro i 317.777 del 2001.
Le soppressioni di posti di lavoro sono duplicati nel 2002 nell’informatica, fino a totalizzare 131.294 licenziamenti contro i 68.395 nel 2001, come sottolinea la società di ricerca.
In controtendenza gli altri settori dell’hi-tech. L’elettronica ha perso 63.514 posti nel 2002, contro i 152.882 del 2001 e l’e-commerce solo 4.496 contro i 56.527 dell’anno precedente.