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Per qualche pixel in più

14 Febbraio 2001

Per qualche pixel in più

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Una nuova generazione di macchine fotografiche digitali da 3.4 Megapixel all'assalto del mercato della fotografia amatoriale. Migliorate le prestazioni, qualità quasi professionale, ma i prezzi non sono ancora alla portata di tutti

Megapixel?

Per i non esperti del settore vediamo innanzi tutto cosa è il Megapixel. Non è altro che un milione di pixel, cioè di puntini su cui è basata la fotografia. Possiamo quindi dire che più Megapixel ci sono, più la fotografia è nitida. Questo il concetto generale. Fino ad un anno fa circa il mercato della fotografia digitale, ancora in fase di sviluppo, era basato su tutta una serie di macchine di media-buona qualità con una risoluzione di 1.2, 2.1 Megapixel.

Con una qualità di questo tipo l’utente normale ci poteva tranquillamente stampare una foto formato 13×18 cm, o anche un 20×25 cm con uno dei modelli migliori.

Diciamo che un tipo di apparecchiatura da 2.1 Megapixel poteva (e può) tranquillamente soddisfare le esigenze del 95% dei fotografi occasionali o semi-pro. Io uso quotidianamente questa qualità per fare depliant e pagine pubblicitarie. Ma il mercato, sempre alla ricerca di qualcosa di più, nel desiderio di togliere una fetta sempre più grande di pubblico alla fotografia tradizionale, arriva oggi ad offrire dei veri e propri mostri fotografici con caratteristiche tecniche di tutto rispetto; a prezzi (quasi) alla portata di tutti. E non finirà qui, grossi nomi (Leica, per esempio) stanno entrando in questo gioco.

Tanti modelli tra cui scegliere

NIKON, che ha fatto da caposcuola con la sua Coolpix 950 da 2.1 Megapixel già da quasi un anno, ora propone una versione riveduta, con una nuova e migliorata gestibilità dei menu e delle varie opzioni, una velocità di ripresa molto migliorata ed una qualità veramente pro. La nuova macchina si chiama Coolpix 990, e ricalca in pieno la sorella minore sia nell’estetica che nel solito zoom 38-115, ma con una funzionalità migliorata. Stesso obiettivo che ruota per riprese da ogni angolo, molto pratico. Ha anche una sorellina più economica (Coolpix 880) con buona parte delle caratteristiche immutate, ed un obiettivo con zoom 38-95 più tradizionale nell’aspetto.

La KODAK, che si trova in campo fin dagli inizi della fotografia digitale, presenta la sua DC4800 per con uno zoom di 28-84mm, uno speciale menu solo per il controllo del colore, con possibilità di regolare la temperatura colore sui gradi Kelvin, Bianco/Nero ed altre caratteristiche molto interessanti.

La CANON si presenta, con il modello G1, che si differenzia dalle sue sorelline per uno schermo LCD orientabile in una macchina di forma ed uso estremamente tradizionale. Legame col passato con un occhio al futuro? Zoom 34-102, caratteristiche in generale simili alla Coolpix, un telecomando per lo scatto a distanza, pure.
Ecco poi la OLYMPUS Camedia C3030, con uno zoom 32-96 specialmente silenzioso. Usa le Smart Media Card e funziona con quattro batterie stilo. Obiettivo sporgente, zoom digitale come quasi tutte a mio parere totalmente inutile.

La SONY, invece, si distacca dalla concorrenza per una macchina (DSC-P1) decisamente diversa nella forma e per l’uso dei memory stick invece delle schede di memoria standard (o quasi standard). Molto buona la resa del colore e la nitidezza, forma estremamente inconsueta con l’obiettivo tutto da un lato, zoom da 39-117mm, e di ridotte dimensioni e peso. La Sony Cybershot DSC-S70 ha caratteristiche simili, uno schermo LCD da 2″, un obiettivo Zeiss da 34-102 mm, ed un aspetto più tradizionale.

E parlando di forme inconsuete direi che la FUJI Finepix 4700 zoom decisamente stupisce per la sua apparenza di…macchina tagliata in due. Zoom 36-108, 2400×1800 pixel (una 4.3 megapixel, quindi) ed una regolazione della sensibilità ISO che arriva a 800. Il sistema di analizzare la luce dei CCD della Fuji é il sistema Super CCD ad alveare, e può anche registrare il suono.

Pure la LEICA entra in gara con una 4.3 Megapixel ed una forma (più asciutta) ma simile alla Fuji: mezza macchina foto, aspetto verticale e non più orizzontale cui siamo abituati. Il prezzo è alto, ma qualità Leica!

La RICOH, con il suo ultimo modello RDC-7, continua con la tradizione di macchine piccoline, sottili, supertascabili. Lo schermo LCD è rotante, stile le videocamere di ultima generazione, la massima qualità (ma solo per soggetti fermi, e probabilmente un cavalletto pure può essere necessario) arriva a 7 Megapixel grazie alla sua tecnologia “pixel-shifting”. Per soggetti “normali” si ferma ai consueti 3.3. Spessa solo un pollice, zoom 35-105.

Anche la Giapponese EPSON, una delle prime marche ad offrire macchine foto digitali, si lancia nella battaglia del 3.3 Megapixel con la sua PhotoPC 3000Z. Zoom da 34-102, può registrare suoni, vari menu con regolazione sensibilità, flash, ecc.

Ed ecco la TOSHIBA PDR-M70. Zoom 35-105, alimentatore incluso nel prezzo, obiettivo ultraluminoso (f 2.0-2.5) forma tradizionale. Estremamente silenziosa, 3.37 Megapixel, registra anche suono e piccole sequenze video.

Tutte uguali?

In linea di massima le caratteristiche delle varie macchine si assomigliano notevolmente. Chi ha qualche pixel in + (ma proprio un pugno) oppure dei menu più completi/complessi, o regolazioni più interessanti per un pro e criptiche per un amatore. Anche nel prezzo sono estremamente allineate. La sensibilità è sempre 100-200-400 ISO (tranne nel caso della Fuji e della Leica, che offrono una sensibilità massima di ISO 800, quindi più facilità di lavorare in situazioni di luce difficili, CCD più sensibili? mah!), quindi perfettamente rispondente alle necessità dell’utilizzatore medio. C’è da dire che a 400 ISO, così come avviene per le pellicole tradizionali, la qualità scade e la granulosità dell’immagine aumenta. Da usarsi solo in caso di emergenza, quindi.

Gli zoom si assomigliano tutti, e così pure la luminosità massima degli obiettivi, normalmente intorno a f 2.5-2.8 e fino a f. 4-4.5 a seconda della focale usata. La distanza minima di messa a fuoco varia, da chi offre prestazioni macro esasperate 2-10 cm (Nikon, Epson, Canon, Toshiba) alle altre che prendono in considerazione un uso medio e mantengono le stesse distanze di messa a fuoco degli obiettivi tradizionali non macro, 30-60 cm in media.

Anche la qualità degli obiettivi, grazie al fatto che i CCD che captano l’immagine sono di piccolo formato (4.4×6.6 mm), è generalmente buona, con un poco di distorsione nella focale più aperta. Ma, ehi! Sono macchine fotografiche amatoriali, l’idea di fondo è quella di rimpiazzare la instamatic di tutti noi che ci portiamo in ferie: Point-and-shoot le chiamano qui.

Caratteristica comune a tutte le macchine è il fatto che l’uso delle stesse è previsto usando principalmente lo schermo LCD (e, credetemi, è una cosa molto buona!) di formato 1.8″ oppure in un paio di casi di 2″. Conseguenza di questa scelta è che le batterie vanno che è un piacere, e non per niente alcuni modelli includono nel prezzo un set di batterie ricaricabili, chi addirittura un alimentatore esterno.

La risoluzione massima è in quasi tutti i casi almeno 2048×1536, 3.34 Megapixel, appunto. Più che sufficiente per tutte le necessità. Vedrete come si riempirà in fretta il vostro Hard Disk, pure con le foto compresse JPEG. Io parlerei in questo caso di un effetto cascata dell’industria, dove l’utilizzatore della macchina foto digitale è praticamente costretto a comprarsi un HD più grande, e poi un CD Writer. Meno male che i prezzi sono scesi di molto.

Quello che invece viene in quantità minima è la memoria per immagazzinare le foto fatte. Di volta in volta sono schede (Flash Card, Smart Card o Memory Stick) da 8 – 16 Mb. Se noi calcoliamo che una foto da 3.34 megapixel espansa in un file TIFF è di 9 Mb circa, con la compressione JPG della qualità più alta (consigliabile!) arriva ad essere di 0.9 – 1.2 Mb. In schedine di questa portata di foto ce ne stanno proprio poche. Un consiglio a tutti: munirsi di scheda extra. Io ne consiglio almeno una da 64 Mb. La tendenza a scattare molto più del necessario nella foto digitale è quasi una regola, ma altrettanto un piacere.

Buone foto.

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