Della serie “quando i sudditi sono più realisti del re”. PayPal, il più importante servizio di piccoli pagamenti negli Stati Uniti (acquistato recentemente da eBay) ha congelato, senza preavviso, i versamenti ottenuti da un’associazione pacifista americana.
Questo servizio di pagamenti è molto utilizzato per pagare gli acquisti sul famoso sito d’aste online, ma anche per inviare donazioni a siti di associazioni.
Nelle clausole del contratto con PayPal, però, c’è anche la possibilità che questo servizio, a sua sola discrezione, possa essere interrompere senza dare spiegazioni e congelare i fondi in transito per 180 giorni.
Quello che è successo al sito di informazioni sulla pace, whatreallyhappened.com che, in una lettera, si è vista congelare i fondi raccolti per 180 giorni, dopo che PayPal aveva visitato il loro sito e in accordo con il servizio consumatori.
L’associazione pacifista è molto critica sulle informazioni che arrivano dal governo americano e questo sembra abbia dato fastidio, anche se non hanno mai superato i limiti previsti dalla costituzione americana.
Una scelta discutibile quella del servizio di pagamenti. A maggior ragione perché non si trattava di transazioni commerciali, ma di donazioni.
La morale è, dunque, questa. Se con questo servizio si possono pagare le “prestazioni” di accompagnatrici o accompagnatori, gli abbonamenti a siti porno o acquistare un oggetto da sexy shop, altrettanto non vale se si vuole sovvenzionare un’associazione che fa della pace e della critica alla guerra in modo non violento e corretto, la sua bandiera.