Nonostante sia stata annunciata da più parti come imminente, la “rivoluzione e-book” non è ancora arrivata. I motivi sono numerosi e tra questi, sicuramente, c’è il mancato decollo del formato elettronico del testo come veicolo ideale di prestito nelle biblioteche.
Se, infatti, esiste un piccolo mercato dei libri elettronici online e offline, l’utilizzo “pubblico” dell’e-book non ha ancora incontrato il successo previsto da molti. Il motivo di questo insuccesso è da ricercarsi nella grande quantità di problemi di copyright sollevati dalla sola idea che un testo elettronico possa essere prestato gratuitamente a un utente.
Un e-book, infatti, non è altro che un normalissimo file e, come tale, facilmente riproducibile e copiabile infinite volte, senza perdita di qualità. Quale editore oserebbe mai pubblicare elettronicamente un suo testo e poi fornirlo alle biblioteche, in modo tale che migliaia di utenti possano leggerlo senza pagarlo?
Il problema, quindi, sta nel prestito. Se si trattasse di semplici libri cartacei, il gioco sarebbe presto fatto: basta restituire la copia (assolutamente non riproducibile, sia legalmente, sia materialmente) alla biblioteca dopo un certo periodo di tempo. Nel caso di un e-book, invece, la situazione è diversa: prestare un testo elettronico significa rischiare che questo, durante il prestito, venga copiato e diffuso ad altri utenti, di fatto vanificando qualsiasi forma di copyright e di controllo della diffusione.
Per ovviare a questo problema, i ricercatori di Palm Digital Media, una sussidiaria di PalmSource (l’azienda che ha inventato e diffuso, tra l’altro, il celebre formato Palm Reader e-book), hanno creato Palm Retail Encryption Server Software, un sistema di server di e-book, in grado di far sì che gli utenti finali possano prendere in prestito libri elettronici senza metterne a repentaglio il copyright.
I nuovi e-book, infatti, non sono trasferibili (nemmeno su un computer sincronizzato) e, soprattutto, sono time-based, cioè dopo un certo periodo di tempo si disabilitano e spariscono dalle risorse consultabili: vere e proprie bombe (letterarie) a tempo, pronte ad esplodere a comando (di chi presta, ovviamente).
Il tutto è reso possibile dalla nuova versione del Palm Retail Encryption Server, un programma che, grazie ad un efficace sistema di Digital Rights Management, riconosce la “firma” dell’hardware su cui è installato l’e-book, e si rifiuta di copiarlo ad altri. Ovviamente i libri prestati sono distribuiti in un formato proprietario, per di più fortemente criptato.
Gli utenti che vogliono avere in prestito un e-book, invece, non devono fare altro che comunicare un numero di serie (si tratta di numeri univoci) del proprio Palm ad una biblioteca online, e riceveranno in prestito un libro elettronico funzionante solo sul palmare dotato dello stesso numero di serie comunicato.
Trattandosi di un file criptato, per le biblioteche è facile settare un massimo di giorni entro i quali il libro si disabilita, diventano illeggibile e non trasferibile.