Nel 1980, i PC erano ancora una grossa novità, costavano una fortuna, Bill Gates e Microsoft erano sconosciuti e la Rete apparteneva ancora soltanto al mondo dei ragni. Tuttavia, non mancavano i primi amanti di giochi Arcade, che si appassionavano a giochi allora sconosciuti, come Pac-Man, o Pong, una specie di tennis di una semplicità a dir poco disarmante.
Ma qualcosa di ancora più fondamentale si stava realizzando: per la prima volta, il giocatore si trovava personificato nel gioco, non si limitava più a controllare o dirigere oggetti inanimati, come navi, razzi o aerei. Ora, era responsabile dell’esistenza di un’entità che sembrava viva. Ci si poteva identificare con essa come con un eroe.
Il responsabile di questa rivoluzione era un giapponese, Toru Iwatani, un giovane designer della società Namco. Il gioco fu inizialmente chiamato Puck-Man, ma a causa di una parola di quattro lettere simile ma molto meno rispettosa, venne ribattezzato Pac-Man negli Stati Uniti.
Presto, Pac-Man fu raggiunto dalla signora Pac-Man, da junior Pac-Man, da un cartone animato per la televisione e centinaia di prodotti. La Namco che non sa dire esattamente in quale data Pac-Man è sorto, ma ha venduto 293.822 copie del gioco tra il 1980 e il 1987 e, dopo 25 anni, la società non pensa minimamente di separarsi di questo mangiatore di fantasmini.
Anzi, quest’anno, la società ha lanciato nuovi giochi della saga Pac-Man, tra cui Pac 3D, Pac-Man World 3, Pac-Pix e Pac-Man Pinball. Ha inoltre annunciato l’intenzione di produrre un Pac-Man 25° anniversario stile Arcade.