L’Alliance Public-Artistes è un movimento francese composto da una quindicina di organismi che rappresentano il pubblico, gli utenti, i consumatori e gli artisti-interpreti, tra cui spiccano Ufc-Que Choisir, Adami, Spedidam, Ada (Association des audionautes) e la Ligue de l’Enseignement.
Il compenso proposto dall’alleanza, in un comunicato stampa, intende rispondere al problema degli scambi illegali (lungi dallo scomparire, nonostante le azioni giudiziarie e l’adozione di dispositivi anticopia), legalizzando i download e le condivisioni online di file protetti dal diritto d’autore.
Precisamente, gli internauti sarebbero liberi di condividere legalmente il contenuto del loro hard disk “a condizione che ciò avvenga senza alcuno scopo commerciale”, naturalmente. Il compenso sarebbe invece prelevato alla fonte, direttamente sui canoni degli accessi Internet e percepito dalla società di gestione che raccoglie tutti i provider. Il contributo sarebbe in seguito ridistribuito agli autori, agli artisti-interpreti e ai produttori.
Tra inizio 2002 e fine 2004, Ufc-Que Choisir stima in 600 milioni di euro il profitto che gli aventi diritto avrebbero percepito, applicando una tassa di 5 euro al mese. In questo caso, nel 2010, presumendo 14 milioni di internauti, il livello del contributo potrebbe raggiungere una cifra compresa tra 700 e 800 milioni di euro, cioè circa il 40% del mercato dei Cd.
Essendo facoltativa, la licenza non penalizzerebbe gli internauti che non scaricano file protetti dal diritto d’autore.
Secondo i suoi detrattori, però, questa proposta non risolve il problema della “pirateria” su scala internazionale, a meno di instaurare la licenza legale a livello mondiale.
Senza contare il fatto che una licenza di questo genere porterebbe alla più che probabile scomparsa delle piattaforme commerciali di musica online…