Il “Netstrike” lanciato lo scorso 20 ottobre dagli utenti di Internet per protesta contro l’alto costo delle tariffe telefoniche per il collegamento alla Rete, e contro il loro possibile ulteriore aumento, rappresenta bene il disagio più volte espresso dai navigatori italiani. In Italia, infatti, continua a crescere il numero di coloro che si collegano ad Internet principalmente da casa, dalle scuole o dalle Università e che sono costretti a scontrarsi con tariffe eccessivamente penalizzanti e sicuramente non in linea con quelle europee.
Da questo punto di vista una soluzione possibile, già individuata nella scorsa legge Finanziaria e rafforzata nel progetto di Finanziaria presentato qualche settimana fa dal Governo Prodi, è quella che prevede il deferimento all’Autorità per le Comunicazioni del potere di fissare una tariffa massima per l’accesso da parte dei clienti privati alla Rete attraverso la creazione di un sistema di numeri verdi.
Questo per superare il problema del collegamento con provider che si trovano in distretti telefonici diversi da quello del chiamante, costretto così a effettuare delle interurbane, e lo scoglio costituito dalla Tariffa Urbana a Tempo.
Internet rappresenta per gli utenti la forma di comunicazione del futuro e per le aziende la porta di accesso principale per lo sviluppo di nuovi servizi da offrire ai clienti: affossarne la crescita ora attraverso tariffe troppo elevate significherebbe rendere un pessimo servizio sia allo sviluppo delle imprese del settore Informazione e Comunicazione ma, soprattutto, ai cittadini.