Tra le varie iniziative tese ad attirare utenza sempre più ampia e diversificata, c’è anche chi sta lanciando servizi relativi ai newsgroup tramite appositi Web. Tra questi il più visibile è Talkway che ha fatto partire una specifica (e accattivante) campagna stampa su quotidiani, riviste e soprattutto grossi cartelloni sparsi per le strade di San Francisco e New York City. In pratica, si tratta di un sito dove vengono raccolti, catalogati e organizzati tutti i messaggi diffusi su Usenet, lo storico spazio di Internet concepito nel 1979 da due laureandi che è divenuto in un batter d’occhio l’area aperta a tutti nel senso più letterale del termine, grazie a oltre 45.000 forum, in gran parte non moderati, su ogni possibile tema.
Obiettivo a medio termine di società quali Talkway: aggregare intorno alle discussioni in corso soprattutto le masse di nuovi utenti che al meno comodo newsreader preferiranno senz’altro i semplici clic di pagine Web, tra l’altro, va detto, assai ben organizzate e ricche di opzioni per tutti i gusti. Ovvio che, al pari di altri servizi gratuiti offerti online (e-mail, spazio Web, etc.), tutto il traffico generato prima o poi “tenderà a generare introiti di qualche tipo,” nella precisazione degli esperti di Forrester Research.
Secondo altri, però, si tratta di nient’altro che dell’ennesima “commercializzazione” di Internet, anche per via dei tipici banner già presenti nel sito come pure di offerte di prodotti in vendita. Senza dimenticare come l’ampliamento della maggiore visibilità e della potenziale partecipazione farà accrescere i rischi di spam e pubblicità varia tra i newsgroup, evento che gli “old-timer” paventano non poco. Oltre che, forse, provocare l’ulteriore frammentazione del livello di discussione pubblica in corso nei molti forum.
Talkway: http://www.talkway.com