Napster chiude i battenti per sempre. Questa è la notizia che segue le dimissioni del suo presidente.
Una decisione presa dal consiglio di amministrazione del sito che sembra abbia rifiutato l’offerta del gruppo tedesco Bertelsmann, che aveva proposto di acquistare le parti dei fondatori di Napster.
La società tedesca aveva già prestato a Napster 85 milioni di dollari durante l’anno scorso proprio per permetterne la sopravvivenza, dopo che il sito aveva subito un grosso smacco in tribunale con l’obbligo di mettere in regola il suo servizio di scambi online.
Pochi giorni fa, dunque, il rifiuto. Subito dopo, nelle ore seguite al diniego del consiglio di amministrazione, si sono dimessi il presidente (ex impiegato di Bertelsmann) seguito a ruota da Shawn Fanning, fondatore di Napster.
I 70 impiegati rimasti a seguire il sito, sono stati invitati a lasciare l’azienda, che prevede di liquidare subito le sue attività.
Napster stava provando (evidentemente senza grosso successo) a rilanciare un nuovo servizio di scambio di file a pagamento, proprio in collaborazione con l’industria discografica.
Ormai, però, era troppo tardi. La RIAA e i discografici hanno ucciso la loro preda.