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Microsoft rischia una pesante multa in Europa

12 Ottobre 2001

Microsoft rischia una pesante multa in Europa

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Guai, guai e ancora guai per Microsoft. Questa volta, però, non arrivano da un tribunale americano ma – forza della globalizzazione che aumenta i profitti, ma anche i guai – …

Guai, guai e ancora guai per Microsoft. Questa volta, però, non arrivano da un tribunale americano ma – forza della globalizzazione che aumenta i profitti, ma anche i guai – dalla Commissione Europea. Anzi, più precisamente dal commissario italiano alla concorrenza Mario Monti.

Dalla Commissione, infatti, potrebbe arrivare una multa di 2,5 miliardi di dollari sulle spalle dell’azienda americana, se quest’ultima non ritirerà alcuni elementi dal suo nuovo sistema operativo Windows XP, come riporta il sempre informato Wall Street Journal.

Secondo il quotidiano economico americano, che riporta un “documento confidenziale”, la Commissione Europea accusa Microsoft di profittare della sua posizione dominante nel settore dei sistemi operativi per poter mettere le mani sul mercato dei software di rete per le imprese e per Internet.

Ma esiste un brutto precedente nei rapporti tra l’azienda americana e la Commissione.
Infatti, da Bruxelles arriva anche l’accusa di aver tentato di bloccare l’inchiesta europea, con l’invio di 34 lettere provenienti da imprese che promettevano di sostenere Microsoft.

Si è scoperto, poi, che in molti casi le lettere erano state scritte da Microsoft e che le aziende erano all’oscuro dell’uso che sarebbe stato fatto delle missive.
Alcune aziende, poi, hanno dichiarato davanti alla Commissione di essere state contattate per ragioni completamente diverse da quelle di Microsoft.

Insomma, un pasticcio. Pasticcio venuto fuori perché la Commissione non ha secretato le lettere come avrebbe voluto Microsoft per “coprire” le magagne nascoste, come riporta l’AFP.

Il software incriminato è Windows Media Player, inserito nel sistema operativo Windows XP.
Il software, come anche il concorrente RealPlayer, permette di ascoltare musica e vedere filmati anche da Internet.

L’azienda, attraverso le parole di un portavoce citato dal quotidiano americano, dice che non ha violato la legge antitrust europea e che partecipa pienamente all’inchiesta della Commissione.

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