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Microsoft chiede la validazione dell’accordo amichevole

12 Giugno 2002

Microsoft chiede la validazione dell’accordo amichevole

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Microsoft ha chiesto lunedì scorso al giudice che segue il processo a suo carico, di validare l’accordo amichevole concluso con il dipartimento della Giustizia.Di avviso contrario i nove Stati e …

Microsoft ha chiesto lunedì scorso al giudice che segue il processo a suo carico, di validare l’accordo amichevole concluso con il dipartimento della Giustizia.
Di avviso contrario i nove Stati e il Distretto di Columbia, sempre parte attiva nel processo antitrust, che sottolineano come questa richiesta non impedirebbe al gruppo di essere recidivo.

“Le sanzioni degli Stati non sono realistiche – ha dichiarato un portavoce della Microsoft in un comunicato, ripentendo uno schema ormai risaputo – causerebbero un grosso guaio all’ambiente del computer individuale (Pc), sarebbero lesive per i consumatori e sono disperatamente vaghe e ambigue”.

L’accordo amichevole era stato siglato in novembre con il governo americano e nove Stati.
In un documento di 546 pagine, depositato in un tribunale federale di Washington, il gruppo informatico americano critica l’apparizione davanti alla Corte di “13 rappresentanti della concorrenza Microsoft che cercano di utilizzare questa procedura per ridurre la capacità concorrenziale di Microsoft e per ottenere vari vantaggi concorrenziali a spese di Microsoft””

“Oggi, Windows fornisce una piattaforma ricca, stabile e importante per tutto l’ambiente del Pc – dichiara Microsoft – la salute di questo ambiente dipende in modo sostanziale da una prosecuzione del buon funzionamento di Windows e dalla capacità di Microsoft di migliorarla”.

Dall’altra parte, i nove Stati rigettano queste accuse e reclamano sanzioni in un documento di circa 520 pagine, anche questo depositato al tribunale federale di Washington.

“L’accordo amichevole è pieno di eccezioni, di definizioni troppo limitate e altre falle”, ha riassunto il ministro della Giustizia dello Iowa, Tom Miller, uno dei “mastini” contro il gruppo informatico.

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