Su Internet sono disponibili decine di fotografie prese al microscopio che rivelano la presenza, su molti microprocessori, di incisioni artistiche che riproducono animali o personaggi dei fumetti. Invisibili ad occhio nudo queste piccole opere d’arte dell’era del silicio sono state realizzate da ingegneri informatici particolarmente estrosi.
Michael Davidson, un biofisico ricercatore presso il National High Magnetic Field dell’Università della Florida, ha scoperto questi microscopici graffiti, li ha fotografati grazie all’ausilio di un potente microscopio e li ha raggruppati in un sito Web.
Curiosando con il microscopio sulla superficie di migliaia di microchip, Davidson ha scoperto un’interminabile serie di motivi grafici, disegni e riproduzioni: si va dalla faccia di Groucho Marx a Godzilla, passando per colibrì in volo o bisonti stilizzati.
L’abitudine di caratterizzare artisticamente i processori è piuttosto antica, il chip più vecchio nella collezione di Davidson è un Texas Instrument del 1970 abbellito dall’immagine di un veliero delle dimensioni di 15 micron.
La procedura messa a punto dal ricercatore per estrapolare le immagini è piuttosto complessa. I processori vengono fatti cuocere ad una temperatura di 525° per 12 ore e solo successivamente vengono esaminati al microscopio ad alta risoluzione. Ma non tutti i processori hanno una loro incisione. Solo uno su cento riporta un’immagine. “È come se facessi dell’archeologia digitale – dice Davidson -, dissotterro i chip dalle loro schede madri e li esamino per capire cosa pensassero i designer dell’epoca”.