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Michele Ficara Manganelli: il futuro della Comunicazione d’impresa è la business television

04 Novembre 2002

Michele Ficara Manganelli: il futuro della Comunicazione d’impresa è la business television

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Il fondatore di Immediapress entra a far parte del gruppo Euphon per promuovere e sviluppare la televisione aziendale via satellite: una soluzione spettacolare contro il "rumore di fondo" del Web

Michele Ficara Manganelli, 36 anni, fondatore di Immediapress, è il nuovo direttore Commerciale e Marketing della Divisione Comunicazione Interattiva e Online di Euphon, uno dei principali gruppi internazionali della comunicazione multimediale, ed è diventato membro del Consiglio d’Amministrazione di Euphon Web e Interactive.

Qual è stato il percorso che, dalla fondazione di Immediapress, l’ha portata a diventare Consigliere Delegato di Euphon Interactive?
Creando Immediapress (la press forwarding agency, partecipata dal gruppo Adnkronos, che diffonde in tempo reale comunicati stampa dalle aziende alla comunità giornalistica) abbiamo portato in Italia un nuovo modo di concepire la comunicazione d’impresa, creando uno stretto rapporto tra aziende, mercato e giornalisti e, soprattutto, garantendo un servizio che certifica la qualità dell’informazione.
Nell’ambito della mia evoluzione professionale ho trovato in Euphon una notevole attenzione nei confronti dei nuovi paradigmi della Comunicazione d’impresa sui Media digitali, in particolare verso la comunicazione di stampo più televisivo e satellitare. In questo campo Euphon dispone di un’esperienza tecnologica e concettuale, unica in Italia, in particolare per quanto riguarda il nascente ambito della business television.

L’idea di una televisione legata al business è piuttosto originale, anche perché finora la TV è stata vista come un mezzo prettamente “consumer”; qual è la sua natura?
Noi stiamo creando in Italia il mercato della TV aziendale. Si tratta di una sfida notevole, che raggruppa tutte le esperienze comunicative moderne, visto che deve unire tecnologia, contenuti e, soprattutto, la spettacolarizzazione di questi ultimi: una forma di comunicazione globale, oltre che una sfida entusiasmante.
L’idea è proporre al mondo business una forma più efficace e umana di comunicazione: la televisione è un mezzo di comunicazione di massa comune a tutti, che può garantire una fruizione dei contenuti più familiare ed emozionale rispetto al Web.

Ci può fare qualche esempio di applicazione pratica dell’idea di business television?
Certo. La prima televisione aziendale in Italia riguarda il principale produttore automobilistico, che utilizza le trasmissioni per comunicare al meglio con la propria rete di vendita e assistenza. In questo modo ai singoli concessionari è possibile proporre un accurato sistema di e-learning televisivo sui prodotti che devono vendere. La business television, inoltre, permette di creare incontri allargati, vere e proprie tavole rotonde televisive con cui informare la rete di vendita in maniera interessante e spettacolare.
Un altro esempio è attivo presso la Banca Popolare di Lodi. In questo caso la business television si occupa, come sempre, della comunicazione tra centro e filiali, ma coinvolge anche i consumatori. Questi, infatti, possono usufruire della business television direttamente presso le filiali della banca, grazie a numerosi schermi al plasma che trasmettono il canale aziendale, ricco di informazioni e centrato sul cliente.

Dalla forma televisiva, passiamo ai contenuti: quanto contano nella business television?
Il nostro obiettivo principale non è fornire la maggiore quantità possibile di informazioni, come avviene sul Web. Sarebbe sbagliato e dannoso, come lo è stato per la Rete, mettere un utente di fronte ad una scelta tra eccessivi contenuti diversi. Ciò che rende vincente e maggiormente fruibile la business television è il suo focalizzarsi sul contenuto giusto, presentato in forma spettacolare e interessante. Il successo della comunicazione della business television sta proprio nella sua programmazione e nella sua capacità di coinvolgere emotivamente gli utenti.
Su quest’ultimo punto, permettetemi un esempio puramente televisivo: per vendere i tortellini, il signor Giovanni Rana si impegna in prima persona: ci mette la faccia. Lo stesso può accadere in ambito aziendale: in una grande impresa, per i singoli dipendenti è meglio poter vedere e sentire i dirigenti tramite un canale di business television, piuttosto che doversi affidare ad anonime circolari.

Qual è il suo ruolo personale nello sviluppo della business television?
Il mio compito è far evolvere la business television, trasformandola da un’esperienza prevalentemente tecnica in una esperienza comunicazionale. Devo, insomma, trasferire i concetti tipici della cultura della comunicazione, coltivando un modello di selezione e certificazione dei contenuti: nella business television non c’è mai il rumore di fondo dell’eccesso di comunicazione digitale tipico di gran parte del Web.

In questi ultimi tempi la comunicazione è presa da una vera e propria “rivoluzione mobile”: lei ci crede? La business television può avere un futuro mobile?
Ci crede fortemente Euphon, e ci credo io stesso personalmente: la mia personale condizione di “manager nomade” mi porta a spostarmi costantemente tra le tante sedi (in Italia e in Spagna) della Euphon. Grazie alle tecnologie mobili, riesco a lavorare liberamente dovunque mi trovo.
Sicuramente la business television può essere portatile e mobile, vista anche la sua natura wireless. Una volta creato un contenuto bello, interessante, fruibile, si può adattare alle singole piattaforme di fruizione, dalla visione televisiva tramite canale satellitare, alla trasmissione in streaming su Internet e su network mobili: alla Euphon sicuramente non mancano il know-how, i mezzi tecnologici e l’esperienza per affrontare con successo questa nuova sfida comunicativa.

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