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Mai perdersi in un bosco horror

27 Maggio 2024

Mai perdersi in un bosco horror

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A meno di essere appassionati di Stephen King e seguire le orme della bambina che amava un famoso giocatore di baseball. Come si immagina, non finirà bene.

Come sopravvivere nella natura selvaggia

Perdersi nel bosco farebbe paura a chiunque, ma immaginiamo che succeda a una bambina di nove anni. Questa è la premessa del romanzo di Stephen King del 1999 La bambina che amava Tom Gordon. King l’ha paragonato a una gravidanza non pianificata e ha affermato che l’idea gli era venuta durante una partita dei Red Sox.

Le storie vogliono una cosa sola: nascere. Se questa nascita causa dei problemi, a loro non importa.

Trisha MacFarland sta facendo un’escursione con la sua famiglia sul Sentiero degli Appalachi e si allontana dal gruppo. Ha con sé solo uno zaino contenente un Gameboy, un walkman, un uovo sodo, un panino al tonno, due Twinkies, un litro di Surge e un poncho. Dovrà affrontare minacce reali come la fame, la disidratazione e la polmonite, ma anche la persecuzione del Dio dei Perduti, un’entità malvagia dalla faccia di vespa. Il lanciatore di baseball Tom Gordon sembra manifestarsi a lei, guidandola nel corso della storia.

Per capire come comportarsi in caso ci si smarrisca nel bosco, abbiamo parlato con la star di Survivorman (2004-2015) Les Stroud e abbiamo ascoltato i consigli da applicare nel caso in cui ci trovassimo in questa situazione.

Kelly: Nel libro di Stephen King La bambina che amava Tom Gordon, Trish si perde nel bosco e finisce per mangiare alcuni fiori che ha raccolto. Quali piante e fiori sono commestibili e sicuri da mangiare, nelle diverse zone del nostro paese?

Les Stroud: Ci sono migliaia di piante selvatiche commestibili in tutto il mondo e nessun ecosistema è privo di elementi commestibili. Ciò che dobbiamo chiederci è se questi frutti sono di stagione, se ci si trova nelle aree in cui crescono, se se ne conoscono le parti commestibili, se esistono altre piante velenose che dall’aspetto simile. Ci sono centinaia di libri che ci indicano tantissime piante commestibili.

Esistono decine di fiori commestibili in natura ma è sempre meglio consultare una guida prima di assaggiarli

Esistono decine di fiori commestibili in natura, ma è sempre meglio consultare una guida prima di assaggiarli.

Meg: Il personaggio del romanzo ricorda un episodio de La casa nella prateria (1974–1983) in cui si raccomandava, se ci si perdeva, di seguire un torrente. È un buon consiglio?

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Solo a volte. Ci sono migliaia di torrenti che non portano assolutamente da nessuna parte. In generale, certo, andare in discesa è una buona idea, perché la maggior parte dei torrenti sfocia in torrenti più grandi, che poi sfociano nei fiumi vicini a dove vengono costruite le città. Ma non tutti. Molte persone si sono perse perché hanno tentato di seguire un torrente per mettersi in salvo, quando, in verità, la scelta migliore sarebbe stata andare in salita.

Kelly: Se una persona dovesse perdersi in un bosco, che consiglio le darebbe?

Les Stroud: Prima di tutto, rimanere calmi. Poi, valutare i tre elementi della sopravvivenza: fare il punto di ciò che si ha portata di mano (zaino con cibo, amici, due persone ferite, una tenda), poi di ciò che si ha vicino (acqua dolce, una canoa, molta legna da ardere). Infine, valutare ciò che si trova più lontano (una capanna lontano un miglio lungo il fiume, un’autostrada a un miglio in direzione est oltre la boscaglia, un sentiero a due miglia lungo la riva del fiume). Così si ha un buon numero di informazioni e si può prendere una decisione informata sul da farsi.

Kelly: Meg, mi dispiace dirti che, se mai ti perderai in un bosco con me, probabilmente avrò solo una confezione di birre da sei e forse un rossetto!

Meg: Promettimi solo che li condividerai con me!

Meg: La ragazza nel libro soffre la fame e si disidrata. Quali sono le misure di sicurezza da adottare quando si trova acqua da bere in natura?

Cercare acqua in movimento anziché acqua stagnante. Se l’acqua è profonda, provare a calare la borraccia verso il fondo del fiume e poi tirarla su rapidamente, perché è probabile che sul fondo ci siano meno agenti patogeni. Ricordiamoci che in alcuni luoghi la rugiada del mattino può essere una buona fonte di liquidi. Cercare dei cambiamenti nella vegetazione nella foresta: spesso indicano la presenza di acqua. Raccogliere la pioggia è una scelta più sicura di bere acqua sotterranea. Se possibile, andare in direzione opposta al flusso d’acqua, così da raggiungere il punto più puro del torrente, dove è probabile che ci sia meno contaminazione di feci animali.

Kelly: Il personaggio di La bambina che amava Tom Gordon finisce per scontrarsi con un orso alla fine del romanzo. Che cosa bisogna fare se si incontra un orso nel bosco?

Se è un orso bruno, comportarsi in modo aggressivo, fare rumore, cercare di sembrare più grossi, reagire… fare tutto il possibile per spaventarlo. Se è un orso grizzly, bisogna fingere di essere morti e sperare che si annoi. In entrambi i casi, mai scappare. Se è un orso polare… pregare.

Meg: Ha un libro o un film di Stephen King preferito? Cos’è che la attira della sua storia?

Les Stroud: Assolutamente Il miglio verde. Odio il fatto che ad attirarmi è una paura tremenda, quella di un’accusa ingiusta. Quando alla fine arrivano la redenzione e la vendetta provo un sentimento di euforia.

Ogni anno circa duemila persone si perdono nei boschi. Speriamo non ci accada, ma ora con i consigli di Les Stroud ci sentiamo più preparati!

Senza cibo e senz’acqua

Con il passare dei giorni, Trisha comincia a soffrire di allucinazioni dovute alla fame o alla disidratazione. Queste cose accadono davvero al corpo umano? Si può sopravvivere per un certo periodo di tempo senza cibo o acqua, ma il corpo inizia a risparmiare l’energia e a nutrirsi delle riserve di grasso prima di passare a disgregare i muscoli. Bastano pochi giorni senz’acqua e cibo perché diversi sistemi corporei inizino a guastarsi e gli effetti collaterali possono includere svenimento, vertigini, calo della pressione sanguigna, rallentamento della frequenza cardiaca, dolore addominale, fluttuazione della temperatura corporea, attacco cardiaco o persino insufficienza di un organo.

Poiché i bambini hanno naturalmente riserve di grasso e muscoli inferiori rispetto agli adulti, sono più a rischio di sviluppare sintomi e complicazioni molto prima. È assolutamente possibile che Trisha abbia sofferto la fame o abbia avuto allucinazioni.

Rischio polmonite

Tutti conosciamo il vecchio adagio secondo cui all’aperto, se non ci si veste adeguatamente, si può prendere un raffreddore. Trisha si ammala di polmonite dopo essere rimasta nel bosco per nove giorni. C’è un elemento di verità in questa storia da nonne? Secondo il dottor Roshini Rajapaksa, non si può prendere un raffreddore per il freddo, ma il freddo può rendere più vulnerabili alle malattie.

Il freddo può seccare il rivestimento del naso e rendere più vulnerabile alle infezioni. Alcune ricerche suggeriscono anche che l’esposizione prolungata al freddo può sopprimere il sistema immunitario.

La polmonite di Trisha è un’infezione polmonare causata da un virus o da un batterio. Questi germi riempiono le sacche d’aria dei polmoni di fluido, catarro o muco, rendendo più difficile la respirazione. La polmonite è la prima causa di morte al mondo per i bambini al di sotto dei cinque anni. Negli Stati Uniti, la polmonite tende a essere meno letale per i bambini, ma rimane la ragione principale per cui vengono ricoverati in ospedale.

La scienza di Stephen King

Questo libro indaga tutti i principali racconti e romanzi di Stephen King per raccontare le teorie scientifiche dietro i macabri scenari da lui immaginati e costruiti.

Trisha sopravvive all’incontro con l’orso nel bosco e riesce a trovare un po’ di pace, forse anche di fede, prima della fine del libro. Punta il dito al cielo, come fa il suo eroe Tom Gordon, come a indicare che forse, lassù, esiste una forza superiore.

Questo articolo richiama contenuti da La scienza di Stephen King.

Immagine di apertura originale di Daniel Jensen su Unsplash.

L'autore

  • Meg Hafdahl
    Meg Hafdahl è autrice e co-conduttrice del podcast Horror Rewind. I suoi racconti horror a sfondo femminile sono stati prodotti da The Wicked Library e in antologie come Eve's Requiem: Tales of Women, Mystery and Horror.
  • Kelly Florence
    Kelly Florence, docente di comunicazione, è produttrice e co-conduttrice del podcast Horror Rewind. Studia con passione la rappresentazione femminile nei media con particolare riferimento al genere horror.

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