Dalla base originaria di Durham in North Carolina, Red Hat si lancia alla scalata del mercato europeo aprendo un ufficio a Londra e uno a Stuttgart, in Germania. La struttura europea, che funzionerà come sussidiaria dell’azienda-madre statunitense, espanderà l’attuale canale di distribuzione insieme al supporto per assistenza-clienti 24 ore su 24 e altri servizi specificamente disegnati per l’ambito europeo.
Ciò conferma la crescita d’interesse verso l’utilizzo del sistema operativo Linux anche nell’industria informatica dell’Europa, o forse meglio nel resto del mondo extra-Stati Uniti. Maggior produttore di Linux, Red Hat prevede infatti di usare le proprie basi europee anche come trampolino di lancio verso le regioni del Medio Oriente e dell’Africa, mentre Penguin Computing, fornitore di soluzioni hardware sempre basate su Linux, ha annunciato l’estensione del servizio clienti in 15 lingue in aggiunta all’inglese.
Per quanto concerne i Paesi sottosviluppati e quelli in via di sviluppo, secondo i responsabili della stessa Penguin Computing, Linux ha ottime possibilità di diventare rapidamente il sistema operativo numero uno: meglio gratis che sborsare centinaia di dollari per Windows. Soprattutto in luoghi quali Tailandia e Ghana con reddito pro-capita annuale inferiore ai 5.000 dollari.
Secondo dati recenti, nei prossimi cinque anni le spedizioni in tutto il mondo di Linux cresceranno del 25 per cento, superando di oltre il doppio la crescita di altri sistemi operativi per server e workstation. Alcuni esperti prevedono addirittura che queste cifre diventeranno ridicole non appena Paesi emergenti in ambito informatico quali Russia, Cina e Vietnam inizieranno ad usare in maniera diffusa Linux.