Alla base un software speciale – che può analizzare minuziosamente le immagini pornografiche, spesso provenienti da Internet evidenziando contenuti prima inimmaginabili – una tecnologia a cui la polizia nel mondo intero potrà accedere attraverso un database di immagini costato 3,2 milioni di euro e finanziato dal G8, il gruppo delle otto nazioni più industrializzate.
Lo scopo è di arrivare a un forte aumento del numero dei paesi che sottopongono immagini pornografiche all’Interpol, attualmente meno di 20, e del numero di vittime scoperte e aiutate.
Dal 2001, l’Interpol ha raccolto centinaia di migliaia di immagini pornografiche, aventi per soggetto fino a 20.000 bambini diversi. L’organismo di polizia internazionale è così riuscito a identificare e salvare 346 bambini, la maggior parte proveniente da Svezia, Stati Uniti e Germania.
Fino ad oggi, i paesi che desideravano fare verifiche su nuove immagini dovevano inviare le loro domande al quartier generale dell’Interpol, in Francia; domande gestite da due ufficiali specializzati. Ma, con il progetto del G8, il sistema sarà automatizzato ed allargato affinché la polizia, dovunque si trovi, possa condurre ad ogni ora le ricerche e verificare se i nuovi scatti corrispondono a immagini già presenti nella banca dati online.
Il software può non soltanto identificare vittime ma anche luoghi, e anche quando queste immagini sono scattate in interni di aspetto anonimo. Analizzando, ad esempio, la fotografia di una ragazza trovata su un computer negli Stati Uniti, il gruppo dell’Interpol ha scoperto una corrispondenza con quattro fotografie di un bambino rinvenute in Belgio. Il software ha stabilito questo legame riconoscendo la carta da parati e il motivo floreale su una federa. Così la polizia è riuscita a trovare le vittime e il colpevole.